COMUNE DI TORINO

"Pd merda", antagonisti imbrattano Palazzo Civico

La replica del sindaco Lo Russo: "Non saranno la violenza verbale e il vandalismo a fermare l’amministrazione. Continueremo a preferire il dialogo e il confronto"

“Non saranno la violenza verbale e il vandalismo a fermare l’amministrazione” dice il sindaco di Torino Stefano Lo Russo dopo che, nella notte, i muri di Palazzo Civico sono stati imbrattati con scritte contro il Partito democratico e la nuova squadra del primo cittadino. “Cambia la giunta ma non la minestra”, “Pd merda” sono alcuni messaggi comparsi da questa mattina sotto i portici del palazzo, all’ingresso di via Milano, senza risparmiare neanche la stele ai caduti. “Palazzo Civico è di tutte e tutti i torinesi – ha proseguito Lo Russo – imbrattarlo con insulti è un’offesa a tutta la comunità. E noi cancelleremo le scritte e andremo avanti con determinazione per fare il bene di Torino”. Poi conclude: “Noi proseguiremo con la stessa passione e continueremo a preferire il dialogo e il confronto”.

“I fuggiaschi di Alcatraz, questa notte, hanno fatto tappa presso il comune di Torino”. Su Facebook il collettivo Ksa, studenti autorganizzati Torino, rivendica le scritte sui muri di Palazzo civico, sede del Comune. L’“inviolabilità dell’istituzione Municipale si è dimostrata ridicola, permettendoci letteralmente di lasciare il segno – scrivono nella loro prosa zoppicante quanto delirante –. Dopo molto, troppo tempo in cui tutte le istituzioni ci hanno ignorato, invisibilizzato e strumentalizzato decidiamo di sorgere, di uscire allo scoperto con tutta la rabbia che le decisioni prese sulle nostre vite hanno generato”. “Non abbiamo fiducia alcuna per la neo giunta comunale – spiegano – il Pd lo conosciamo bene e altrettanto bene conosciamo il modello Torino a cui essi tendono: il modello degli esclusi, della povertà, delle imprese competitive, della becera meritocrazia alienante”. “Abbiamo fatto la scelta di rompere la gabbia senza compromessi riversandoci nelle strade e violando i simboli del loro potere. Non ci va di sopravvivere, vogliamo dare valore alle nostre esistenze e costruire forza contro ciò che ci è sistematicamente ostile. Loro. Ci avete tolto tutto, non abbiamo più niente da perdere e tutto da conquistare. È solo l’inizio”. Dove l’abbiamo già sentita ’sta cosa?

 

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