POLITICA & SANITA'

Direttori Asl sul piede di guerra, lunedì a rapporto da Cirio

Levata di scudi dei manager contro il pugno di ferro di Rinaudo sulle sospensioni dei sanitari No Vax ancora al lavoro negli ospedali. Il nodo degli accertamenti dei Nas e delle possibili conseguenze giudiziarie

Il gelo calato nelle ultime settimane sul tema del personale sanitario non vaccinato si è trasformato in aperto scontro tra la Regione (o almeno, alcuni suoi settori) e i direttori generali delle Asl, che hanno risposto colpo su colpo con una lettera, alle accuse di non prendere i necessari provvedimenti. Un fronte comune certificato dalle firme in calce alla missiva inviata ieri sera all'assessore alla Sanità Luigi Icardi e al direttore regionale Mario Minola. Lo fanno lamentando “dichiarazioni fortemente lesive dell’immagine e della reputazione delle direzioni scriventi” che “si configurano come un segnale di scarsa fiducia nei loro confronti. L’ultimo esempio – scrivono ancora i manager – in ordine cronologico riguarda quanto pubblicato in data odierna (ieri, ndr) dalla testata lo Spiffero”. Nel mirino, neanche a dirlo, è l'ex pm Antonio Rinaudo. 

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Nell’articolo, infatti, si dava conto degli accertamenti dei Nas per verificare casi di operatori sanitari ancora al loro posto nonostante la mancata vaccinazione, le ragioni dei ritardi nelle procedure (peraltro denunciati ancora recentemente da alcuni direttori generali di aziende ospedaliere) e dei ripetuti richiami al  far applicare la legge da parte del commissario per la campagna vaccinale, Rinaudo appunto. Proprio l’ex magistrato, con i suoi modi spicci e ruvidi, ha urtato non poco i manager. Ma il problema, al di là, dei toni e delle forme resta: come applicare la norma che, a tutela della collettività, in particolare dei pazienti ma anche degli stessi operatori, impone la sospensione dei sanitari non vaccinati?

La questione approderà lunedì in piazza Castello, dove i dg saranno ascoltati dal presidente Alberto Cirio e da Icardi. Una patata bollente quella che governatore e assessore cercheranno di raffreddare nel corso dell’incontro e sulla quale entrambi avrebbero già incominciato a soffiare, parlando oggi con il numero uno della campagna vaccinale. La lettera pone una questione di rapporti personali, istituzionali, ma anche altri problemi che forse i vertici delle Asl avrebbero dovuto e potuto esporre prima: a partire dalla complessità delle procedure e da situazioni – come riportato più volte dallo Spiffero e mai smentite – di lentezze da parte di alcune aziende nel fornire ad altre (datrici di lavoro) i documenti per applicare le sospensioni a carico dei dipendenti No Vax. Se poi dietro questi ritardi ci sono problemi legati alle coperture di posti cruciali per reparti ospedalieri, tutto risulterebbe ancora più grave e per questo sarebbe (stato) opportuno e doveroso rappresentare ai massimi livelli regionali possibili rischi. Sempre tenuto conto che c’è una legge da rispettare.

Nell’articolo citato si faceva riferimento all’ipotesi di reato in cui potrebbe incorrere chi dalle indagini dei Nas risultasse potenzialmente responsabile di una condotta omissiva. Contrariamente a quanto spiega chi spaccia per articoli veline di Palazzo, per ipotizzare l’omissione d’atti d’ufficio basta conoscere il codice penale.  E nessuno auspica si arrivi a ciò. Meglio sarebbe affrontare e risolvere in fretta la questione, con il concorso di tutti. Senza eccessi e senza sentimenti di lesa maestà. Come hanno insegnato in questi due anni (ma anche prima) coloro che lavorano giorno e notte per curare i malati. E che si sono vaccinati per proteggerli.