COVID & SCUOLA

In Dad con un solo positivo, l'autogestione di presidi e Asl

In Piemonte mancano i tamponi e in alcuni casi pure gli insegnanti, allora tanto vale chiudere gli studenti in casa attraverso la quarantena. Nella scuola primaria nessuna distinzione tra vaccinati e non

Il virus non corre nella scuola, semmai è la scuola che si ferma di fronte al virus. Meno di mille classi in tutto il Piemonte sono in dad, ma quante di queste con un solo positivo? Le denunce di genitori esasperati, in particolare sui social, si sono moltiplicate negli ultimi giorni. Sarà che mancano gli insegnanti – anche loro finiscono in quarantena – sarà la difficoltà nell’effettuare i test (vista l’atavica incapacità della Regione di processare i molecolari che ieri sono stati 13.904, la metà rispetto al Veneto quasi un terzo della Campania oltre un terzo della Lombardia) fatto sta che il principio caldeggiato dal Governo di consentire agli studenti la frequenza in presenza delle lezioni sembra spesso disatteso. Con un’aggravante: che oltre alla didattica a distanza, l’alunno finisce in quarantena senza la possibilità di uscire anche al di fuori dell’orario scolastico, per dieci giorni.

Il problema tamponi è il più evidente, soprattutto nella scuola primaria dove con un solo contagiato è previsto che le lezioni proseguano effettuando un tampone quando si viene a sapere del caso (T0) e uno dopo cinque giorni (T5). L'impossibilità di effettuare test in tempi brevi si sta ripercuotendo sugli studenti. 

Sono quasi ventimila gli alunni in questa condizione – in particolare negli asili e nelle elementari – e poco importa se siano o meno vaccinati perché nella scuola primaria non è prevista distinzione. Ma se un bambino di otto anni, appena vaccinato, finisce in quarantena come tutti i suoi compagni non vaccinati qual è l’incentivo a immunizzare i più piccoli? Intanto il Piemonte risulta tra le regioni più indietro sui vaccini nella fascia tra i 5 e gli 11 anni: appena il 10% quelli che hanno fatto almeno una dose contro il 35% della Puglia, che è tra le più avanti, il 18% della Sicilia, il 22% della Lombardia, il 23% del Veneto: anche perché se i bimbi sono in quarantena non possono uscire di casa e quindi i genitori sono costretti a disdire l'appuntamento per l'iniezione.

Di fronte ai dati strampalati dell’associazione presidi, che continua a opporre fiera resistenza alla didattica in presenza e nei giorni scorsi ha tratteggiato un quadro allarmante secondo cui la metà delle classi erano già state chiuse dopo una settimana di scuola, oggi il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha fornito i numeri reali. In Piemonte risulta in presenza l’89,4% degli studenti con le classi in dad al 7,1% del totale, sopra la media italiana (6,6%). Il quadro è tutt’altro che allarmante, anzi incrementando il numero dei tamponi e intensificando la campagna vaccinale è destinato a migliorare.  

Di fronte alle interpretazioni più che restrittive di molti dirigenti scolastici la Regione Piemonte replica che è la normativa nazionale a consentirlo: “In casi di alta circolazione del virus i Sisp possano valutare misure più restrittive come la quarantena per la classe anche in presenza di un solo caso”. E intanto ci sono anche scuole in cui è il preside a disporre non solo la dad, ma anche la quarantena secondo  procedure sempre più incomprensibili.