RETROSCENA

Fratelli di campagna (acquisti).
Monito alla Lega: "Perdi pezzi"

La variabile dei cambi di casacca nella trattativa tra i partiti del centrodestra sul rinnovo delle cariche in Consiglio regionale e sul rimpastino di Cirio. In tre pronti a fare le valigie? Si parla di Fava, Leone e Perugini. I disegni dei meloniani e le manovre di Palazzo

Saranno pure fieri oppositori del gioco d’azzardo ma sul rinnovo dell’Ufficio di presidenza i Fratelli d’Italia sono pronti a giocarsi il tutto per tutto pur non essendo ancora chiaro se abbiano le carte per vincere la mano o stiano bluffando. Come noto le trattative tra i tre azionisti del centrodestra piemontese sono impantanate da due mesi e, di rinvio in rinvio, la situazione non si sblocca. Le nomine al vertice di Palazzo Lascaris s’intrecciano con una redistribuzione delle deleghe in giunta che Alberto Cirio ha promesso subito dopo il voto del Quirinale per rilanciare la seconda parte della sua legislatura. Tutto si tiene in un contesto politico ormai ben diverso rispetto alle urne del 2019 quando Lega e Forza Italia, di fatto, si spartirono le principali caselle del potere regionale e ai meloniani – dopo pochi mesi colpiti anche dal caso Rosso – rimasero le posizioni di rincalzo. Ora i sondaggi e le più recenti elezioni amministrative hanno certificato la crescita di FdI, che intanto ingrossa le proprie file con una poderosa campagna acquisti su tutto il territorio. In Consiglio regionale è successo qualcosa di simile con l’approdo dai berluscones di Carlo Riva Vercellotti e nella Lega altri sarebbero con le valigie in mano.

L’avvertimento è già stato pronunciato a più riprese, “presto i rapporti di forza potrebbero essere ben diversi rispetto agli attuali” ha lasciato intendere il capogruppo di FdI Paolo Bongioanni, che si muove sotto l’accorta regia del coordinatore regionale Fabrizio Comba. Vuole la vicepresidenza del parlamentino piemontese e un super-assessorato per Maurizio Marrone, ma che gioco ha realmente in mano? A terziare le sue carte si scorgono i volti dei canavesani Mauro Fava e Claudio Leone e pure quello del novarese Federico Perugini. Un tris? Chissà. Bongioanni ha lasciato più volte intendere che i tre sono ormai pronti a trasferirsi armi e bagagli e che sarebbe pronto a bloccare l’emorragia se la Lega si mostrasse più disponibile nei confronti dell’alleato, il leghistaAlberto Preioni continua a pretendere tempo in attesa di capire quanto la minaccia sia reale.

A giudicare dagli spifferi che filtrano tra i vetusti infissi di Palazzo Lascaris il più deciso sarebbe proprio Fava, mentre Leone – che pure è ai ferri corti con Preioni e si sente isolato nel gruppo e nel partito per via del progressivo indebolimento del suo pigmalione, il senatore Cesare Pianasso – dopo aver bussato sarebbe rimasto sull’uscio. Dinamiche su cui pesano le recenti vicende attorno alla riconferma del presidente Stefano Allasia, poi blindato dal leader regionale Riccardo Molinari a capo dell’assemblea fino alla fine, ma soprattutto la questione dei contratti da rinnovare nello staff del gruppo su cui Preioni sembra aver scelto la strada della mediazione. “E poi siamo così sicuri che in Fratelli d’Italia siano tutti così ben disposti ad allargare la famiglia?”: il più freddo sarebbe paradossalmente il principale beneficiario del buon esito della trattativa, quel Davide Nicco che FdI vorrebbe portare alla vicepresidenza dell’aula. Ma se lo scotto da pagare dev’essere quello di ritrovarsi due competitor in più alle prossime elezioni regionali allora “lasciamo perdere” avrebbe detto. Su Leone, poi, oltre al gelo di Nicco peserebbe anche un vero e proprio veto posto da Fabrizio Bertot, ex eurodeputato e sindaco di Rivarolo Canavese, che con quell’area della Lega ha sempre vissuto rapporti alterni in un territorio dove il rischio di pestarsi i piedi è alto. Discorso a parte merita Perugini, novarese apolide, a inizio legislatura sicuramente parecchio inquieto, con solide amicizie in FdI, ma che avrebbe recentemente trovato la strada di una pacifica convivenza con il “clan” di Massimo Giordano e Alessandro Canelli al punto che avrebbe almeno momentaneamente disfatto le valigie.

Attenzione, però, a credere che il duo Bongioanni-Comba stia semplicemente bluffando. Entrambi si stanno giocando anche una partita personale e sono decisi a portare a casa il risultato anche a costo di qualche forzatura con certi compagni di partito. L’esponente cuneese punta al Parlamento, il “console Bielorusso” a consolidare quell’area moderata di cui un altro piemontese, Guido Crosetto, è il massimo esponente nazionale. Una possibile mediazione potrebbe essere la concessione, da parte della Lega, di una delle sue due caselle di segretario d’aula ma per ora i due non sembrano volersi accontentare. A complicare ulteriormente le cose c’è poi Cirio: l’attuale vicepresidente, Francesco Graglia, è molto vicino a lui e Forza Italia ha già fatto sapere di non essere disposta a sacrificarlo. L’asse tra gli azzurri e la Lega terrà, mantenendo FdI ai margini, o alla fine saranno costretti a scendere a compromessi? Molto dipenderà dalle carte in mano a Bongioanni. 

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