FIANCO DESTR

FdI-Lega alla resa dei conti (anche a Palazzo Lascaris)

Dopo la frattura tra Meloni e Salvini, i nodi vengono al pettine pure in Piemonte. Le richieste dei Fratelli agli alleati: rimpasto di giunta e vicepresidenza del Consiglio. Ora sta a Cirio disinnescare la mina. E nelle province prosegue la campagna acquisti

Nelle ore in cui a Roma Giorgia Meloni afferma che “il centrodestra parlamentare non esiste più”, a Torino i suoi alzano il livello dello scontro con la Lega anche in Regione annunciando una nuova infornata di amministratori locali appena sottratti agli alleati e l’intenzione di andare fino in fondo nel braccio di ferro sul rimpastino di giunta e il rinnovo dell’Ufficio di presidenza a Palazzo Lascaris. La faglia aperta con l’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella è destinata a innescare nuove scosse telluriche su un territorio, quello del centrodestra, ad altissima attività sismica negli ultimi anni. Una coalizione che, almeno sulla carta, ha vinto le elezioni politiche del 2018 ma che da allora non ha mai governato unita, anzi si è spaccata sia in occasione del primo governo Conte sia ora con l’esecutivo di unità nazionale capeggiato da Mario Draghi.

E va da sé che mentre nella Capitale si consuma l’ennesimo psicodramma, nelle altre province dell’impero rapporti già difficili per loro natura rischiano di logorarsi ulteriormente. Così le rivendicazioni di Fratelli d’Italia, alla luce delle dinamiche nazionali, echeggiano in piazza Castello come un campanello d’allarme per Alberto Cirio, che ora dovrà metterci del suo per disinnescare la mina. Vestirà i panni del leader di coalizione oppure il governatore perseguirà la sua tradizionale strategia dell’opossum, fingersi morto davanti al pericolo? Dalla fine dello scorso anno FdI chiede una redistribuzione delle deleghe in giunta tale da valorizzare l’assessore Maurizio Marrone e la casella di vicepresidente del Consiglio regionale, oggi occupata dall'azzurro Francesco Graglia, fedelissimo del governatore. “Siamo il primo partito e ci trattano come l’ultima ruota del carro, se pensano che andiamo bene solo per portare voti alla coalizione si sbagliano di grosso” è stato lo sfogo del coordinatore regionale Fabrizio Comba, intercettato ancora prima che Salvini si rompesse l’osso sul Colle.

Si attendono una chiamata da Cirio già nelle prossime ore e intanto s’apprestano ad annunciare nuovi ingressi sul territorio per una campagna acquisti che procede a spron battuto. Piccoli amministratori, sindaci che da mesi suonano alla porta di Fratelli d’Italia. È una pesca selezionata che va da Cuneo – dove a gestire le trattative è il capogruppo regionale Paolo Bongioanni – a Novara, in cui Gaetano Nastri tesse una tela sempre più ampia. All’orizzonte ci sono le prossime elezioni amministrative, ma ci si muove anche in un’ottica di consolidamento a lungo termine. Nel capoluogo della Granda si parla di un imminente arrivo dalla Lega (la consigliera Laura Peano?), mentre a Saluzzo potrebbe indossare la casacca di FdI l’ex candidata sindaco Alessandra Piano. Voci per ora non confermate, così come quelle secondo cui anche a Mondovì, roccaforte dell’ex ministro Enrico Costa, ora in Azione, FdI starebbe facendo proseliti.

Non si cercano generali ma tanti soldati e colonnelli “che portano consenso e radicamento sul territorio”. Parlamentari e consiglieri regionali restino dove sono, è il messaggio che stanno recapitando i meloniani, motivo per cui per il momento le porte del gruppo di Palazzo Lascaris dovrebbero rimanere chiuse per chi come Mauro Fava e Claudio Leone s’erano presentati all’uscio. A Novara un asse ormai consolidato tra Nastri e il sindaco leghista Alessandro Canelli prevede una zona franca delimitata proprio dalla cinta daziaria del capoluogo. E infatti è in provincia che fa sempre più proseliti il proconsole meloniano: pronti a entrare nella nuova casa i sindaci Davide Giordano (Briona), Lido Beltrame (Recetto), Morris Manica (Landiona), Fabio Maggeni (Barengo) solo per fare alcuni nomi. 

È una Lega divisa al proprio interno quella che si appresta ad aprire l’ultimo confronto con l’alleato in vista del prossimo Consiglio regionale (martedì 8 febbraio?) in cui, dopo oltre un mese di rinvii, potrebbe finalmente essere rinnovato l’Ufficio di presidenza. E tra i falchi c’è chi, a questo punto, non esclude una resa dei conti anche a livello locale. 

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