COVIDIOTI

Devastarono il centro di Torino, 21 condanne

Il 26 ottobre 2020 misero a ferro e fuoco via Roma, rompendo le vetrine e saccheggiando i negozi durante una manifestazione contro le misure del governo per arginare il virus. Oggi il primo verdetto

Ventuno condanne hanno chiuso a Torino il processo per l'assalto ai negozi del centro storico che si verificò il 26 ottobre 2020 in occasione di una manifestazione contro le misure del governo in materia di emergenza sanitaria. Il Piemonte era da poco diventato zona arancione e nei giorni successivi si sarebbe tinto di rosso. Le condanne, salvo che per un paio di posizioni considerate meno gravi, spaziano dai 2 anni e 4 mesi ai 3 anni e 8 mesi di reclusione. L'accusa di devastazione e saccheggio mossa dalla procura è caduta: per il Gup Alfredo Toppino si è trattato di furti aggravati.

Lo scorso marzo erano stati arrestati 37 giovani che avevano partecipato alla protesta. Tredici di loro erano minorenni. Il gip aveva convalidato il fermo per i maggiorenni, riqualificando l’accusa in furto aggravato, ma la Procura al termine delle indagini aveva chiesto il rinvio a giudizio per devastazione e saccheggio. Oggi è stata emessa la sentenza per i 21 indagati su 24 che avevano scelto il rito abbreviato.

Quella sera in Piazza Castello si radunarono centinaia di persone per protestare contro le misure anti Covid. Molti giovani e giovanissimi arrivarono dalle periferie e, approfittando della confusione e delle tensioni fra dimostranti e forze dell'ordine, assaltarono i negozi di lusso del centro storico, sfasciando le vetrine e razziando la merce in vendita. Nei giorni scorsi, per effetto di una pronuncia della Cassazione, che aveva di fatto riconosciuto la validità dell'ipotesi d'accusa di devastazione, cinque imputati sono stati portati in carcere.

È di circa 52 anni di carcere la somma delle condanne inflitte , la procura ne aveva chieste per oltre 85 anni. Tutti gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli e non ci sono state assoluzioni. La pena più alta è pari a tre anni e otto mesi; le due più basse sono a un anno e quattro mesi. Le altre sono comprese fra i due anni e i tre anni e sei mesi. Per otto imputati è stata dichiarata la perdita di efficacia delle misure cautelari ancora in vigore (in quattro casi gli arresti domiciliari, negli altri l’obbligo di dimora o di presentazione alla polizia giudiziaria). La sospensione condizionale della pena è stata concessa a chi è stato condannato fino a due anni di carcere o, per i minori di 21 anni, fino a due anni e sei mesi.

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