SANITÀ & CARRIERE

Il dottor Sottile all'Azienda Zero,
gran (som)movimento a Candiolo

Rumors sul direttore generale dell'Istituto di ricerca verso la Super Asl della Regione Piemonte, mentre nel suo istituto il turnover è continuo e monta il malcontento. Voci (contrastanti) di cessione al Gruppo San Donato che però prende tempo: "Tutto prematuro"

La voce circola ormai da parecchi giorni e rimbalza da Candiolo a Torino. Antonino Sottile sarebbe in pole position per guidare l’Azienda Zero, la super Asl fortemente voluta dalla Lega che, dopo essere stata istituita, non senza polemiche, a fine ottobre dello scorso anno è finora rimasta sulla carta. Secondo alcune fonti consultate dallo Spiffero il nome dell’attuale direttore generale dell’Istituto oncologico di Candiolo è “il più accreditato” anche se nessuna decisione è stata ancora assunta dai vertici della Regione. Del resto, qualche mese fa, lo stesso Sottile è stato a un passo dal trasferirsi negli uffici di corso Regina Margherita in qualità di numero uno dell’assessorato, e solo alcuni dubbi sulla conferibilità dell’incarico hanno impedito che prendesse il posto del dimissionario Fabio Aimar. Nel frattempo, ogni riserva è caduta, anche a seguito di un parere espresso dall’Avvocatura regionale, ma al fianco di Luigi Icardi si è insediato Mario Minola, manager sanitario di lungo corso e a fine carriera.

Questa volta sembra davvero che Sottile sia pronto a fare le valigie e trasferirsi definitivamente da Candiolo, dove peraltro le sacche di resistenza nei confronti della sua gestione sono sempre più agguerrite. Una promozione o un tentativo di fuga? Chissà. Di certo Sottile è molto apprezzato al piano nobile di piazza Castello dov’era stato proprio Alberto Cirio a valutarne il profilo per la direzione della Sanità, ma sono altrettanto vere le voci di un malcontento crescente che serpeggia nell’Istituto oncologico della famiglia Agnelli dove, negli ultimi tempi, si assiste a un frenetico turnover.

Alla fine dell’estate se n’è andato – pare sbattendo la porta – il professor Giovanni Succo, che ora dirige il reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale San Giovanni Bosco, peraltro portandosi dietro tutta o quasi l’equipe Orl di Candiolo; lo stesso ha fatto il collega Giorgio Valabrega che dal mese scorso è approdato al Mauriziano. Ancora negli ultimi giorni altre prime e seconde file hanno dato le dimissioni, mentre gli innesti arrivano in gran parte da Oltreticino. A capo dell’Oncologia medica è arrivata Vanesa Gregorc, alla guida di Otorinolaringoiatria è approdato Stefano Bondi: entrambi provenienti dal San Raffaele di Milano. Così come Giulia Veronesi – la figlia del professor Umberto Veronesi, che a Candiolo è ora consulente per la Chirurgia Robotica – e buona parte dei camici bianchi della Breast Unit.

Un travaso che ha messo in allerta più di un camice bianco mentre il braccio di ferro tra la direzione e il sindacato Anaao su contratti e turni è sempre più duro e anche il rapporto con l’Università è diventato più teso, al punto che buona parte degli specializzandi – che spesso rappresentano una fonte di lavoro a costo zero – si sono indirizzati altrove.

Ma cosa si muove attorno a Candiolo? C’è chi addirittura parla di una possibile acquisizione da parte del Gruppo San Donato (che controlla, tra gli altri, il San Raffaele). Una voce smentita con fermezza da una fonte interna sotto anonimato: “Semmai è il San Raffaele che potrebbe passare di mano magari a un fondo estero e noi stiamo rilevando la loro unità oncologica”. Impossibile conoscere la verità. Chi ha interpellato sull’argomento il presidente del Gruppo della famiglia Rotelli, l’ex ministro Angelino Alfano, si è sentito dire che ogni ipotesi, compresa l’eventuale acquisizione di Candiolo, “sarebbe comunque al momento prematura”.

Difficile ottenere informazioni certe, anche perché di certo in questo frangente c’è poco. Tra coloro che pare si stiano dando un gran daffare per delineare intrecci tra queste realtà pubbliche-private vi sarebbe Nicola Bedin, fino al 2017 amministratore delegato del Gruppo San Donato e del San Raffaele, prima di fondare, l’anno seguente, la Lifenet Healthcare che oggi comprende già dieci aziende ospedaliere e ambulatoriali e occupa circa 800 persone. Sarà lui il trait d’union con la Sanità lombarda? E soprattutto, c’è una correlazione tra queste voci e i continui tentativi di Sottile di lasciare Candiolo?

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