PALAZZO CIVICO

Irpef, Lo Russo fa lo sconto
e chiede scusa ai torinesi

Contrordine dell'assessore al Bilancio Nardelli: per i redditi dai 28mila ai 50mila euro l'aliquota crescerà dello 0,10% e non dello 0,15%. Il sindaco: "Non avevamo alternative". E ringrazia il Governo Draghi per il fondo Salvacomuni

Tartassati, ma un po’ meno del previsto. Stefano Lo Russo fa lo sconto ai torinesi e riduce l’aumento dell’aliquota Irpef per la fascia di reddito tra i 28mila e i 50mila euro. Ad annunciarlo, illustrando la delibera in Consiglio comunale, è stata l’assessore al Bilancio Gabriella Nardelli, che ha spiegato le modalità con cui l’amministrazione intende accedere al fondo del Governo per i quattro Comuni più indebitati d’Italia, tra cui, appunto, Torino. “Abbiamo inserito un emendamento – ha spiegato Nardelli – perché questa mattina abbiamo saputo che c’è stato un ulteriore aumento rispetto all’importo erogato per il 2022”. Insomma, il Governo è disposto a incrementare la propria quota e il Comune riduce la quota della gabella aggiuntiva.

A questo punto l’aliquota per i redditi medi, quelli tra i 28mila e i 50mila euro, salirà dello 0,10% arrivando allo 0,9%. Resta invariata, invece, la percentuale per i redditi superiori ai 50mila euro, che arriverà fino a un massimo dell’1,05% (+0,25%). Complessivamente la cifra destinata a Torino dal “fondo salva comuni” sarà di un miliardo in 20 anni e l’aumento dell’Irpef è uno dei provvedimenti necessari per attingere a quelle risorse che per quest’anno dovrebbero ammontare a circa 75-80 milioni di euro. “Va predisposto un cronoprogramma – conclude l’assessore – e se non verrà rispettato l’erogazione sarà bloccata”.

Opposizione all’attacco: “Partiamo dal presupposto che aumentare l’Irpef e le tasse comunali in un momento in cui le famiglie dovranno affrontare contemporaneamente il rincaro dell’energia, combinato con una generale situazione di crisi economica, è folle” afferma il leghista Fabrizio Ricca. Poi aggiunge: “La sinistra giustifica il rincaro dicendo che sono soldi che servono per accedere a un fondo del Governo destinato alle città troppo indebitate. Ottimo, oltre il danno la beffa: i torinesi, per volontà della nuova Giunta di sinistra, dovranno pagare più tasse per colpa dei debiti fatti dalle vecchie giunte di sinistra. Se non è continuità questa”.

Puntuale la replica del sindaco Lo Russo che esordisce con un “Grazie” al Governo Draghi per aver “capito la situazione” e le “Scuse” ai cittadini colpiti dall’ennesimo aumento delle tasse. Nel suo intervento in Sala Rossa, il primo cittadino illustra le ragioni che l’hanno portato ad aumentare l’aliquota Irpef sui redditi medi e quelli alti e passa al contrattacco. Innanzitutto dando i numeri dei torinesi colpiti dal provvedimenti, “il 28 per cento dei contribuenti”, mentre “447mila torinesi non verranno toccati”. I più colpiti saranno invece i redditi sopra i 200mila euro – il 2% della popolazione – che vedranno annullato il beneficio fiscale derivante dalla riduzione delle tasse del Governo Draghi. “A nessun sindaco di buon senso può piacere aumentare le tasse ma non avevamo alternative. I 100 milioni derivanti da questa operazione ci consentono di chiudere il bilancio senza dover vendere le nostre partecipate e senza intaccare i servizi”. Cento milioni di euro che serviranno “una volta per tutte per incidere sul nostro disavanzo e rimettere in sesto i conti in modo strutturale”

Poi Lo Russo punta il dito, senza citarlo, verso il capogruppo del M5s Andrea Russi che lo aveva attaccato sulle spese del suo staff. Spese che valgono “il 40% della precedente amministrazione” replica il sindaco. E poi, con riferimento alle dichiarazioni dei pentastellati di aver messo in ordine i conti della città, ribatte: “Non è che una cosa falsa, se ripetuta tante volte, diventa vera”.