CULTURA

Ivrea Capitale del libro 2022

Rileva il testimone da Vibo Valentia dopo aver battuto la concorrenza di altre sette finaliste. Dal ministero un contributo di 500mila euro. Un riconoscimento che arriva dopo quello dell'Unesco

Sarà Ivrea la Capitale italiana del libro 2022. È stato il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini a dare l’annuncio ufficiale del successo della città eporediese cui andrà il contributo ministeriale di 500mila euro. Ivrea che raccoglierà il testimone da Vibo Valentia è prevalsa sulle altre sette finaliste: Aliano, Barletta, Costa di Rovigo, Nola, Pistoia, Pescara e Pordenone.

La commissione chiamata a decidere era formata da Gerardo Casale, Stefano Eco, Cristina Loglio, Valentina Sonzini, e presieduta da Marino Sinibaldi. “Sono molto felice di questo risultato che sottolinea la qualità del nostro progetto e del metodo di lavoro – sottolinea l’assessore alla Cultura di Ivrea Costanza Casali –. Ci abbiamo creduto anche quando l’obiettivo sembrava quasi irraggiungibile. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione del progetto di candidatura ".

L’oggetto-simbolo della candidatura di Ivrea è la macchina per scrivere Olivetti Lettera 22, inventata nel 1950 dall’architetto e designer Marcello Nizzoli, che ha ispirato il logo, disegnato da Luca Begheldo. Entusiasta Stefano Sertoli, sindaco di Ivrea: “Il lavoro per la candidatura di Ivrea Capitale Italiana del Libro ha consentito di progettare e organizzare eventi con ricadute sulla Città nel breve e nel medio periodo. Questo primo importante risultato dimostra come Ivrea sia una comunità attiva capace di esprimere nuovi progetti, guardando al futuro. Un grazie particolare va a tutta la comunità eporediese e a coloro che, a livello regionale e nazionale, ci stanno sostenendo nel percorso”.

La capitale del libro va ad aggiungersi al prestigioso titolo per Ivrea di sito Unesco per la Città industriale del XX Secolo, grazie agli straordinari esempi dell’architettura. Si tratta di edifici costruiti tra il 1930 ed il 1960 e destinati alla produzione, a servizi sociali e a scopi residenziali per i dipendenti dell’Olivetti. L’insieme rappresenta l’espressione materiale, straordinariamente efficace, di una visione moderna dei rapporti produttivi e si propone come un modello di città industriale che risponde al rapido evolversi dei processi di industrializzazione nei primi anni del ’900.

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