FINANZA & POTERI

Crt, Quaglia finisce sulla brace

All'odierno cda della fondazione il presidente evita d'un soffio la sfiducia. Sulle nomine nelle partecipate cresce l'insofferenza dei consiglieri. Bulimia di cariche e scarsa condivisione nelle scelte alla fine potrebbero costargli la poltrona. Anzitempo

Le poltrone agitano la Fondazione Crt. Nella riunione di oggi del consiglio di amministrazione è arrivato il tema “caldo” delle nomine. A quanto pare, solo il “senso di responsabilità” – leggi l’esigenza di non aprire una crisi interna dagli effetti potenzialmente esplosivi – ha indotto i consiglieri a evitare di mandare in minoranza il presidente Giovanni Quaglia. Uno scontro che, a quanto riferiscono alcuni insider, è solo rimandato, probabilmente al momento in cui si affronterà la revisione dello Statuto.

Nella seduta odierna si è proceduto alla designazione di Maurizio Irrera nel board della partecipata Atlantia (posto a cui ambiva anche il consigliere Marco Giovannini, bruciato sul filo di lana dal vicepresidente vicario). Mentre in F2i – la Sgr di investimenti nelle infrastrutture – nonostante il cda fosse orientato alla designazione di Antonello Monti, espressione dei vescovi piemontesi, docente di economia e direzione delle imprese all’Università di Torino, quale segnale di ricambio generazionale, è prevalsa la posizione intransigente di Quaglia a volere per sé la carica (che si aggiunge a quelle già in essere in Ream, Equiter, ecc.). Una decisione che ha scatenato un’accesa discussione e la manifesta contrarietà della maggioranza dei componenti del cda che alla fine, ha deciso di non metterla ai voti solo per evitare (per ora) che Quaglia finisse “sotto”. E quindi, di fatto, sfiduciato. Una cosa è certa, la bulimia di cariche del presidente è da tempo mal digerita, anche dal Consiglio d’Indirizzo (da cui dipendono peraltro le sue sorti) e potrebbe preludere a prossimi colpi di scena.

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