POLITICA & GIUSTIZIA

Fallimento Atm Alessandria, 16 condanne per bancarotta

Tra i coinvolti anche il sindaco di Novi Ligure Cabella, che guidò l'azienda tra il 2011 e il 2013. Il capoluogo mandrogno dovrà pagare 22 milioni alla curatela

Si è concluso con 16 condanne a 8 mesi per bancarotta, in primo grado, il processo per il fallimento di Atm, l’azienda del trasporto pubblico locale di Alessandria. Il Gup ha letto il dispositivo nel pomeriggio, dopo aver assunto la sentenza del Tribunale delle Imprese di Torino che, nelle scorse settimane, ha condannato il Comune di Alessandria al pagamento di oltre 22 milioni di euro alla curatela. Le condanne riguardano membri del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale che si sono succeduti negli anni, tra cui l’attuale sindaco di Novi Ligure, Gian Paolo Cabella, 76 anni, che guidò l'azienda dal giugno 2011 ai primi di marzo del 2013.

L’inchiesta ha analizzato la gestione dell’azienda dei trasporti alessandrina partendo dalla relazione del curatore fallimentare che aveva evidenziato un pesante stato di insolvenza a partire dal 2008, che si era progressivamente aggravato fino al 2016, anno in cui era stato nominato un liquidatore che ha fatto istanza di fallimento. Allora partirono due procedimenti giudiziari. Uno penale che si è concluso (per ora) con la sentenza di oggi, e l’altro civile in cui è stato condannato Palazzo Rosso.

Per loro l’accusa è di bancarotta semplice: il quadro accusatorio era stato riqualificato dal procuratore aggiunto Tiziano Masini, titolare dell’inchiesta, che inizialmente aveva ipotizzato il reato di bancarotta fraudolenta. Alcuni legali hanno già annunciato l’intenzione di ricorrere in Cassazione. “Attendiamo le motivazioni – dicono gli avvocati di Cabella, Roberto Cavallone e Fausto Bellato – certi che, nel periodo in cui ha rivestito la carica di presidente, la condotta del nostro assistito è sempre stata ispirata a criteri di prudenza e diligenza”.

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