FINANZA & POTERI

Quaglia-Lapucci con un pugno di mosche, Crt fuori anche dal cda di Atlantia

Dopo la magra figura rimediata in Generali e aver bruciato la Bima, il tandem di via XX Settembre non riesce a piazzare il vicepresidente Irrera nel futuro board della società controllata dai Benetton. E cresce il malcontento verso i due "fini strateghi"

Non c’è “sintonia” tra Crt e Atlantia. Nella lista che Sintonia, società che fa capo alla famiglia Benetton e che ha il 33,1% del capitale della holding, ha presentato ieri per il rinnovo del cda in vista dell’assemblea di fine aprile non compare alcun rappresentante della Fondazione torinese. Non era mai successo finora che via XX Settembre fosse esclusa dal board, avendo sempre considerato l’investimento in Atlantia “strategico” e “di peso”. Ma c’è sempre una prima volta.

È saltata infatti la designazione, proposta nelle scorse settimane dai vertici della Crt ai Benetton, del vicepresidente vicario Maurizio Irrera, mentre dalla famiglia degli imprenditori trevigiani è stata riconfermata – mostrando quindi di apprezzarne la competenza e il lavoro svolto – chi l’ha preceduto nel ruolo di numero due dell’ente: l’ex vicepresidente Anna Chiara Invernizzi, docente all’Università del Piemonte Orientale. Inoltre, giusto per mettere altro sale sulla ferita, in lista è stata inserita come “new entry” un’altra piemontese, Maria Leddi, già senatrice e che in passato ha ricoperto il ruolo di segretario generale della Fondazione Crt. Una bella beffa, insomma.

La notizia ha destato sconcerto tra gli organi dell’ente visto anche l’attivismo degli ultimi mesi del presidente Giovanni Quaglia e del segretario generale Massimo Lapucci nel risiko delle nomine, un inteno lavorio che però non ha portato alcun risultato concreto, né in Generali (a cui tenevano i consiglieri Caterina Bima e Marco Giovannini) né in Atlantia. Unico “strapuntino” è quello ottenuto dal consigliere Antonello Monti nel cda di Aeroporti di Roma.

Il clima in via XX Settembre è ovviamente caldo. Molti consiglieri iniziano a rimpiangere i tempi passati in cui dicono “erano gli altri a bussare alla nostra porta e non viceversa” e si lamentano ormai da tempo per l’oligarchica gestione del tandem Quaglia-Lapucci (“fini strateghi – riferiscono insider – solo quando si tratta di ottenere nomine per loro”) che alimenta scontri sempre più frequenti tra gli organi interni. L’eccessiva sovraesposizione mediatica degli ultimi mesi unita ai rapporti per nulla idilliaci con le istituzioni locali, fa auspicare agli ambienti finanziari torinesi (e non solo) che la Crt ritorni il prima possibile ad essere, “come ai vecchi tempi”, un player di riferimento stimato a livello nazionale ed internazionale.

print_icon