FINANZA & POTERI

Generali, Quaglia ha fatto lo struzzo

Il presidente della Fondazione Crt uccel di bosco con gli emissari di Donnet. Lui e il segretario Lapucci avrebbero tenuto all'oscuro della proposta gli organi dell'ente. E la decisione di sostenere Caltagirone nella scalata è passata in cda solo a maggioranza

Tattica dello struzzo. È quella che Giovanni Quaglia, presidente di Fondazione Crt, ha messo in atto di fronte alla richiesta di Philippe Donnet, numero uno di Generali, di entrare nel consiglio del gruppo triestino del leone. Insider della cassaforte di via XX Settembre, dopo la decisione di sostenere la lista di Gaetano Caltagirone che sta provocando non pochi sommovimenti interni, rivelano la mancata risposta alla mail inviata nel gennaio scorso al presidente dal cacciatore di teste Russel Reynolds. Veleni? Difficile negarlo, se poi si considera che le stesse fonti ricordano la solerzia con cui Quaglia ha, invece, risposto al costruttore romano del quale sosterrà la lista per la scalata al board di Generali, senza peraltro avere in cambio in caso di vittoria un rappresentante. Il tentativo di piazzare il notaio Caterina Bima era naufragato nel giro di poche ore di fronte a palesi e pesanti conseguenze davanti alla Consob

Nonostante questi inciampi, Quaglia è andato dritto per la sua strada verso Caltagirone e in senso contrario a quello neutralista peraltro indicato dalla commissione 1 istituita in seno al consiglio di indirizzo della fondazione. Risultato: il cda non ha votato la decisione all’unanimità, ma a maggioranza con 5 componenti a favore su 7. La stessa commissione ha chiesto conto della mancata risposta all’emissario di Donnet, visto che un dirigente della Russel Reynolds avrebbe riferito a a Donnet di non aver ricevuto risposta da Torino, considerando il silenzio come disinteresse a proposte di ingresso nel cda di Generali. Nel board della cassaforte piemontese, così come nel più ampio consiglio di indirizzo la cosa non è stata presa bene visto che né Quaglia, né il segretario Massimo Lapucci avrebbero informato gli organi della mail inviata per conto di Donnet. Evidente come il presidente della fondazione avesse già deciso di appoggiare Caltagirone. Forse ancor prima di ricevere la sua lettera.

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