CAPITALISMO MUNICIPALE

Iren, Torino perde la presidenza

Il sindaco Lo Russo costretto a una candidatura "straniera". Si tratta di Dal Fabbro, manager con ruoli in Enel e Snam, in passato vicino ai 5 stelle. Una nomina finita nel calderone nazionale su cui hanno avuto peso giochetti romani (e logiche di potere interne al Pd)

Il patto di sindacato di Iren, riunitosi stamattina, ha indicato come presidente Luca Dal Fabbro e confermato Gianni Vittorio Armani ad e Moris Ferretti vicepresidente. Ad annunciarlo il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, che fa parte del patto assieme ai colleghi di Genova, Andrea Bucci, e di Reggio Emilia, Luca Vecchi. La proposta dei nuovi vertici Iren sarà presentata all’assemblea dei soci convocata il 21 giugno.      

Quella di Lo Russo è stata una scelta in qualche modo obbligata dalla necessità di indicare un profilo in grado di superare potenziali veti da parte dei suoi colleghi, pronti ad approfittare delle evidenti difficoltà di Torino: iniziate con la cessione da parte di Chiara Appendino di un pacchetto di azioni e poi proseguite con la gaffe del notaio Andrea Ganelli che puntando ad accrescere il peso nel futuro board ha messo in allarme gli altri soci del patto. Il sindaco ha quindi pescato fuori dalla cinta daziaria, nei fatti includendo la nomina della multiutility nel calderone nazionale del sottogoverno, come del resto suggerivano con insistenza i vertici del Pd romano (e, si dice, anche il presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo). Così è stato pescato Dal Fabbro, il primo presidente non torinese degli ultimi quindici anni dopo Roberto Bazzano, Francesco Profumo, Paolo Peveraro e il numero uno uscente Renato Boero.

Sposato, 56 anni, tre figli, è laureato in Ingegneria Chimica a pieni voti presso l’Università di Roma, con un master in Politica e Relazioni Internazionali all’Université Libre de Bruxelles e un corso di management al Mit, attualmente è professore aggiunto all’Università Luiss di Roma. È stato membro del cda di Terna Spa e del board della Tamini Spa. Ha iniziato la sua carriera in Procter & Gamble ed ha maturato una significativa esperienza nel ramo energia come ceo in E.On Italia Spa, presidente della holding di Electro Power System, ceo in Enel Energia Spa. Dall’aprile 2019 al giugno 2020 è stato presidente di Snam, nominato in quota Movimento 5 stelle grazie ai buoni uffici dell'allora sottosegretario Stefano Buffagni, incarico che ha lasciato per dedicarsi a Xenon Fidec, fondo italiano per la decarbonizzazione e l’economia circolare.

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