FINANZA & POTERI

Acri e revisione dello Statuto, Quaglia finisce sulla graticola

Si avvicina il redde rationem nella Fondazione Crt. Il presidente è costretto a fare un passo indietro di fronte al volere della maggioranza del cda. E ingoia l'istituzione di un gruppo di lavoro per varare la norma che gli impedirà un nuovo mandato al vertice

Dopo la notizia della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda “Ream 2” chiesta nei giorni scorsi dalla Procura della Repubblica di Torino, la cui udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 7 settembre, ieri è stata una giornata particolarmente “indigesta” per il presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia.

In mattinata il cda ha designato nel Comitato esecutivo Acri, l’associazione che rappresenta le Casse di Risparmio e le Fondazioni di origine bancaria, il vicepresidente vicario di via XX Settembre, Maurizio Irrera. Un posto al quale teneva tantissimo proprio Quaglia che, però, si è visto costretto a rinunciare in corso di seduta: cinque consiglieri su sette hanno infatti gli hanno comunicato che non lo avrebbero votato e anzi avrebbero espresso la loro preferenza per Irrera, costringendo il presidente alla ritirata a favore del suo numero due. Così la designazione è passata… all’unanimità, proprio come riferisce in modo ineccepibile dal punto di vista formale, la nota ufficiale diramata al termine della seduta.

Come se non bastasse, nel pomeriggio, Quaglia ha dovuto ingoiare l’istituzione da parte del Consiglio d’Indirizzo – che ha inoltre dato il suo consenso al bilancio – di un gruppo di lavoro per la modifica dello Statuto e dei Regolamenti fortemente voluto dai consiglieri anche per riequilibrare i poteri interni alla Fondazione, cercando in tal modo di porre rimedio al malcontento ormai diffuso a tutti i livelli per la gestione giudicata “autoritaria e personalistica” del presidente e del segretario generale Massimo Lapucci che, da ultimo, sulla vicenda Generali hanno deciso di appoggiare la lista Caltagirone non tenendo conto della raccomandazione, votata della Commissione Investimenti del Consiglio d’Indirizzo, di astenersi in Assemblea preservando la natura istituzionale dell’ente.

Uno dei temi che dovrà affrontare il gruppo di lavoro riguarderà anche le norme che disciplinano i mandati e le designazioni degli organi e dei consiglieri per provare a correggere alcune storture, come ad esempio quella che ad oggi prevede la possibilità per Quaglia di poter espletare, alla scadenza del mandato in corso, un altro mandato pieno non contando il mandato parziale che ha già effettuato in passato subentrando al dimissionario Antonio Maria Marocco. “Alea iacta est” sentenziano in via XX Settembre, il tempo passa per tutti. Pure per Quaglia.

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