CRIMINALITÀ

'Ndrangheta in ogni provincia del Piemonte

Allarme mafia in vista della pioggia di denaro legata al Pnrr (3,4 miliardi nella sola Torino). L'allarme del procuratore Saluzzo: "Una quarantina le interdittive nel 2021". Lo Russo: "Tenere alta la guardia"

“In Piemonte c’è un proliferare di locali della ’ndrangheta che ha pochi eguali: la mafia calabrese militarmente ed economicamente, si è insediata con le sue strutture in tutte le province della regione”. Parola di Francesco Saluzzo, procuratore generale di Torino, intervenendo a un convegno che si è svolto nell’ambito delle celebrazioni per il 30° anniversario della Direzione onvestigativa antimafia. “Oggi la ’ndrangheta ha una disponibilità di denaro difficilmente stimabile e una liquidità difficilmente quantificabile che in parte viene investa in attività legali o semi legali. perché l’atteggiamento e la metodica sono molto cambiati rispetto al passato”, ha aggiunto Saluzzo. Secondo il procuratore “se lo sviluppo economico non è tenuto sotto controllo le mafie si inseriscono ed è più facile che in momento di crisi non si adottino gli anticorpi e ci sia il rischio che i fondi vengano in parte intercettati”.

“Abbiamo assistito all’innestarsi di una fortissima innovazione che è costituita dall’abbandono dei settori tradizionali criminali, al netto del traffico di stupefacenti che resta uno dei principali settori di accumulo di ricchezza, per abbracciare l’economia, la finanza – ha affermato Saluzzo –. Nel primo semestre 2021 sono state oltre una ventina le interdittive per mafia. Lo stesso numero anche per il secondo semestre. Abbiamo una legislazione molto all’avanguardia che molti ci invidiano ma i meccanismi di controllo sono resi farraginosi da troppi passaggi. Quindi controlli si, sempre di più, ma più veloci”.

Le organizzazioni criminali sono uno spettro ancor più tetro ora che con il Pnrr pioveranno su regioni e città una montagna di quattrini da investire in opere pubbliche. “Le mafie sono un problema perché uccidono le imprese sane – dice il direttore della Dia a Torino Maurizio Vallone –. Oggi di fronte ai fondi del Pnrr dobbiamo lavorare tutti insieme per impedire che le mafie mettano le loro mani sulle risorse”. “Le mafie investono dove c’è il massimo sviluppo” afferma l’ex magistrato, oggi senatore, Pietro Grasso, secondo cui “la prossima fase del Pnrr sarà più pericolosa perché bisogna controllare i flussi dei denari e bisogna prevenire che la mafia si inserisca prima dello Stato. È necessario creare organismi di prevenzione per anticipare le mafie e diffondere l'idea che la legalità conviene”.

Per il sindaco Stefano Lo Russo bisogna evitare che la mafia si infiltri negli investimenti del Pnrr e bisogna favorire una semplificazione legislativa che, invece che dare garanzie, rischia di avvantaggiare la criminalità organizzata. “La mafia – ha proseguito il sindaco – si sconfigge dal punto di vista culturale e bisogna tenere alta la guardia in una stagione di investimenti pubblici dove in quattro anni arriveranno oltre 3,4 miliardi a Torino”. Per Lo Russo una delle cose che “facilitano di più l’infiltrazione malavitosa nell’economia è un’eccessiva normazione di processi e procedimenti che di fatto fanno perdere per strada il principio della responsabilità”.

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