VIAGGIO NEL FUTURO

Un Cirio bis per la Regione?
"Si vedrà dopo le Politiche"

Il governatore spinge in avanti di un anno la decisione se ricandidarsi o imboccare altre vie della politica (magari un ritorno a Bruxelles). "Le uniche liste a cui ora penso sono quelle di attesa della sanità". E sul centrodestra assicura: "È sano e sta bene"

C’è un altro quinquennio alla guida del Piemonte nei piani di Alberto Cirio? “Io sto governando cercando di fare il meglio del mio lavoro, sono concentrato su quello che faccio e una valutazione complessiva si potrà fare solo fra un anno, anche all'indomani delle elezioni politiche”. Chi si aspettava un sì o un no dal governatore è rimasto deluso, ma la cautela o meglio ancora la consumata strategia del governatore non stupisce. Del resto, non ha alcun interesse a offrire terreno fertile a potenziali competitor, né del suo schieramento né tantomeno in quello avversario. Vosì come tiene ben riservate le possibili carte da giocare su altri tavoli: un rientro da parlamentare a Bruxelles, la candidatura a commissario europeo (all'Agricoltura?), incarichi nel Ppe. Carte che calerà al momento opportuno.

“Andiamo avanti per gradi e gradualmente cerchiamo di risolvere i tanti problemi che ci sono”, spiega l’ex europarlamentare che ha già ampiamente superato la boa di metà mandato, senza avallare o smentire le  ipotesi sul suo futuro politico. “Davvero a me oggi le liste che interessano sono le liste d'attesa della sanità – aggiunge riferendosi a uno dei gravi problemi ancora irrisolti –, perché entro giugno devo portare il primo risultato del grosso lavoro che stiamo facendo per dare una sanità puntuale ai cittadini, quindi sono concentrato lì. Poi fra un anno, quando mancherà un anno alle elezioni regionali, potremo decidere insieme alla coalizione”. E proprio riferendosi all’alleanza di governo regionale spiega di avere “un buon rapporto con tutte le forze che la costituiscono e credo che siamo forti anche perché siamo un po' eterogenei su diverse posizioni. Con la Lega – aggiunge – c'è una affinità maggiore su certi temi legati al federalismo e, soprattutto, all'autonomia che hanno fatto immaginare ai nostri leader un rapporto più stretto, decideranno loro qual è il meccanismo migliore perché questo possa prendere forma. Che si chiami federazione, alleanza su certi temi, quel che conta è che su un tema importante come quello dell'autonomia comunque abbiamo sensibilità comuni in cui crediamo”. 

Quanto al futuro del centrodestra, parlando il giorno dopo l’esito delle amministrative in tre capoluoghi della regione oltre che in un buon numero di altri comuni, Cirio spiega di vedere “un centrodestra forte nell'insieme con difficoltà che ci possono essere da parte di tutti i partiti, compreso il mio, è ovvio che Forza Italia e Lega oggi pagano una scelta di governo che in termini di consenso non è sempre appagante. Stare al governo e condividere situazioni magari più complicate da spiegare ai cittadini si rischia di pagarlo a livello elettorale però questa è stata la scelta, il centrodestra, però è sano, sta bene”.

Commentando la scarsa affluenza ai seggi che in alcuni casi, come ad Alessandria, è rimasta addirittura al di sotto del 50%, il governatore ammette che "l'astensione mi preoccupa tanto però non riesco a dare colpa a chi non va a votare”. Per rimandare le responsabilità alla politica ricorre a una metafora: “È come quelli che hanno un negozio e si lamentano che la gente non entra a comprare, probabilmente dovrebbero gestirlo meglio. Credo la politica sia chiamata a una riflessione: se la gente non va a votare è perché la credibilità della politica in generale deve essere rifondata”. Poi sfodera un barlume di ottimismo: “Credo che tra un po' la fiducia tornerà negli elettori”. 

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