SOTTOGOVERNO

Vietti "commissaria" Finpiemonte e fa imbufalire Fratelli d'Italia

Il presidente impone un controller proveniente da Finlombarda e manda in tilt tutta la struttura di Galleria San Federico. La melina sul fondo salva-imprese scatena l'ira della Chiorino. E meno male che avrebbe dovuto riportare un po' di serenità

E pensare che l’aveva scelto confidando nelle sue capacità di smussare gli angoli, retaggio della lunga corvée democristiana. Invece, le prossime grane per Alberto Cirio sono in arrivo proprio da Michele Vietti a causa di alcune decisioni che stanno terremotando Finpiemonte e agitando la maggioranza regionale di centrodestra, in particolare Fratelli d’Italia.

A dar retta alle voci di Galleria San Federico, il nuovo presidente – peraltro assai poco presente in sede – avrebbe di fatto commissariato la società attraverso la chiamata di una specie di controller, individuato nella persona del capo dell’ufficio legale di Finlombarda. Se ne sarebbe adontata la stessa direttrice generale Maria Teresa Buttigliengo, “sottratta” da Vietti alla Soris senza che il suo presidente, Vittorino Bombonato, abbia provato alcun rimpianto. Direttrice che evidentemente non pensava di andare a fare la bella statuina o poco più a vantaggio di un manager milanese che pare costi uno sproposito alla finanziaria regionale. Ma questo, semmai, è un tema da Corte dei conti, tanto più che giorni fa, con un incredibile paradosso, il consiglio di amministrazione non ha approvato il budget a causa dell’incidenza del costo della struttura. Non c’è dunque da stupirsi che dirigenti e dipendenti siano imbufaliti, a cominciare da quelli di fatto demansionati rispetto all’attività svolta in precedenza. A proposito del direttore generale, non si hanno più notizie della gara bandita: le candidature arrivate non sono state prese in considerazione, evidentemente preferendo prorogare l’incarico all’attuale dg, scelto direttamente con il presupposto che dovesse restare in carica solo qualche mese.

I problemi però non finiscono qui. Il più ingombrante per Vietti, e quindi per il governatore che del suo operato deve rispondere, ha un nome e un cognome: Elena Chiorino. L’assessore al Lavoro – non è un segreto né in piazza Castello né in Galleria San Federico – ha un pessimo rapporto con Vietti, peraltro poco amato anche dagli altri assessori con deleghe in materia. Ma la Chiorino è un personaggio di spicco nel partito piemontese della Meloni, con la quale pare abbia un rapporto piuttosto stretto. Ciò nonostante, Vietti le sta rifilando un sonoro pestone, ritardando ormai oltremisura l’adesione di Finpiemonte al fondo salva-imprese ideato dalla Chiorino, che lo considera, forse non a torto, un potenziale fiore all’occhiello. Al punto che all’ultima riunione Vietti, che col tono altezzoso che gli è proprio negava l’esistenza di problemi, si è sentito rispondere a muso duro: “No Michele, il problema sei tu!”. Il tutto alla presenza di più d’un imbarazzato papavero di piazza Castello.

Forse Vietti, ormai fuori dalla politica da troppo tempo, non lo ha compreso, ma sta diventando un intralcio per la coalizione, con i partiti pronti a chiedere conto allo stesso Cirio della scelta che, nelle intenzioni originarie, avrebbe dovuto riportare un po’ di serenità dopo la travagliata (breve) stagione della presidenza del leghista Roberto Molina.

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