DOPO IL VOTO

Cuneo, Manassero "ostaggio" di un patto segreto

La sindaca, proclamata ieri, è ancora alle prese con la formazione della giunta. Prima delle elezioni il segretario del Pd aveva promesso cinque assessori a Centro per Cuneo. Ma ora alla luce dei risultati c'è chi chiede di rivedere gli accordi

Un accordo segreto tiene bloccata la nuova giunta di Cuneo. Se ne parla nei capannelli, a voce bassa, ma i maggiorenti del centrosinistra ne sono tutti al corrente e pare sia difficile che la neo sindaca Patrizia Manassero possa ignorarlo. Per questo a oltre una settimana dalla sua elezione, vincitrice del ballottaggio contro Franco Civallero, ancora non si parla della squadra con cui amministrerà la città nei prossimi cinque anni.

L’unica certezza è che Luca Serale sarà vicesindaco, questo era nei patti, o almeno in quella parte del patto che è stata resa pubblica. A sottoscrivere l’intesa, nei giorni in cui i dirigenti della coalizione dovevano scegliere tra i tre potenziali candidati a sindaco, sono stati il segretario provinciale del Pd Mauro Calderoni e il coordinatore della lista Centro per Cuneo Giuseppe Delfino, i due principali azionisti del centrosinistra cuneese. Secondo quanto si vocifera, il prezzo pagato dal segretario dem per la candidatura di Manassero è stata la promessa di garantire alla prima lista civica della città ben cinque assessori. Cinque su nove, uno in più rispetto ai quattro nominati da Federico Borgna nel suo secondo mandato. Certo, le elezioni hanno fotografato dei rapporti di forza sbilanciati sul Pd, diventato il primo partito dell’alleanza, e ora c’è chi tra i dem parla di “rivedere gli accordi”. Ma quell’intesa non è subordinata al risultato elettorale “e la sindaca non può sottrarsi” replicano i civici. Lei, per il momento, si è limitata a rassicurare tutti sul fatto che non ci saranno esterni.

In questa tenaglia è stretta Manassero, che ieri mattina è stata ufficialmente proclamata prima cittadina e che ora ha tempo fino al 18 luglio per convocare il Consiglio comunale. Lei sa che ogni giorno che passa rischia di logorarla. Già paga il fio di aver ottenuto un consenso inferiore a quello della sua coalizione (unica dei candidati a sindaco ad aver preso meno voti delle liste che la sostenevano), anche il ballottaggio non è stato un trionfo: ha vinto con ampio margine, certo, ma mentre il suo avversario ha guadagnato milletrecento voti rispetto al primo turno, lei ne ha persi novecento. Insomma, il plebiscito è un’altra cosa e ora il rischio è che Manassero diventi ostaggio dei suoi stessi alleati, per questo c’è chi le sta consigliando di accorciare i tempi.

Il Pd potrebbe ottenere uno o al massimo due assessori. Molto probabile che a entrare in giunta sia Sara Tomatis, seconda degli eletti, che rappresenterebbe la longa manus della deputata Chiara Gribaudo che l’ha sostenuta in campagna elettorale. Per quanto riguarda Antonino Pittari, primo tra i dem con 334 preferenze, potrebbe prospettarsi, in alternativa, lo scranno più alto del Consiglio comunale. Rischia Alessandro Spedale, uno dei tre in lizza per la candidatura a sindaco, assieme a Serale e Manassero, che è arrivato secondo nella lista Cuneo Solidale, dietro Marco Vernetti il quale invece dovrebbe entrare in squadra. Crescere insieme, infine, potrebbe esprimere Paola Olivero, prima eletta. E veniamo a Centro per Cuneo dove Serale ha blindato la poltrona di vicesindaco con i suoi 595 voti, che lo trasformano nel recordman delle preferenze. Per gli altri papabili basta scorrere la lista: ci sono il consigliere uscente (e rientrante) Valter Fantino, gli ormai ex assessori Cristina Clerico e Davide Dalmasso, oppure Luca Pellegrino o Silvano Enrici.

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