POLTRONE & SOFÀ

Gallina sente puzza di bruciato, Profumo restringe la Camera

Il presidente della Compagnia di San Paolo vuole ridurre i rappresentanti del sistema camerale. Ma l'ex numero uno di via Fanti si ribella in un animato faccia a faccia sotto gli occhi di Lo Russo

Una polpetta avvelenata, un tentativo di depotenziare gli enti che nominano il Consiglio generale a partire da Comune di Torino, Regione Piemonte e sistema camerale. Così viene percepito all’esterno il fitto lavorio per modificare lo statuto della Compagnia di San Paolo, nel tentativo dei suoi vertici – d’intesa con la banca – di emancipare ulteriormente la fondazione dalla politica e da quei corpi intermedi che oggi la controllano.  C’è l’introduzione delle terne per la nomina del Consiglio generale, ma non solo.

Nella commissione che ha il compito di rivedere la “Carta” della fondazione bancaria si parla ormai con una certa insistenza anche di ridurre il peso delle Camere di commercio, rimaneggiando la loro rappresentanza nel parlamentino di corso Vittorio Emanuele. Oggi il sistema camerale esprime cinque rappresentanti su 14 (cui vanno aggiunti i 3 cooptati). Di questi due li nomina la Camera di commercio di Torino, uno quella di Genova, un altro quella di Milano e l’ultimo spetta a Unioncamere Piemonte. Secondo il presidente Francesco Profumo sono troppi anche perché sommando i cinque del sistema camerale ai due del Comune e al rappresentante della Regione si arriva complessivamente a otto. E tanti ne bastano per avere la maggioranza nel Consiglio generale.

La questione è rimasta per mesi sottotraccia, relegata nell’ambito delle riunioni tecniche di corso Vittorio, ma è deflagrata nei giorni scorsi quando, durante la cena di fine anno accademico della Business School, Profumo ne ha parlato apertamente con il numero uno della Camera di commercio di Torino Dario Gallina. Un confronto avvenuto a margine dell’happening sotto gli occhi del sindaco Stefano Lo Russo, che ha assistito alla reazione non esattamente pagata di Gallina di fronte alla prospettiva di un ridimensionamento in Compagnia. Certo Gallina era stato messo al corrente di questa ipotesi ma aveva rubricato gli avvertimenti sussurrati nel suo orecchio da qualche collaboratore a voci di corridoio. La conferma di Profumo ha fatto scattare l’allarme assieme al coro di vibrante protesta. Il confronto è stato ruvido, schietto in cui l’ex numero uno di via Fanti ha fatto valere le sue ragioni.

Con questo, sono già due i fronti aperti dall’ex rettore che, pur potendo contare su un alleato di ferro come Carlo Messina, deve tenere botta in casa propria. Lo Russo nei giorni scorsi ha stretto un asse di ferro con Alberto Cirio proprio per gestire la delicata partita delle fondazioni bancarie – la più imminente è la Crt, con l’individuazione del presidente, ma presto arriverà anche la Compagnia di San Paolo – e i due certo non vedono di buon occhio il sistema delle terne secondo cui ogni ente, anziché designare un nome secco deve proporne, appunto, tre alzando il potere di chi dovrà poi scegliere tra quei tre, cioè il Consiglio stesso sotto l’influenza del presidente. Lo sa bene il governatore che si è visto silurare il proprio candidato in Crt (l’ex pm Antonio Rinaudo) a vantaggio dell’unica candidata indicata dal centrosinistra nella terna. Il braccio di ferro è appena iniziato.

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