VERSO IL VOTO

"A noi più della metà dei collegi".
In Piemonte lo schema FdI è 8-5-2

Trattativa serrata nel centrodestra per la spartizione degli uninominali. Il partito della Meloni fa la parte del leone. Forza Italia fugge dal capoluogo e punta su altre province. Tavolo nazionale e in settimana incontro tra i segretari regionali

La divisione da buoni Fratelli dei collegi elettorali del Piemonte con gli alleati, nel partito di Giorgia Meloni, ha il sapore deciso della richiesta che difficilmente ammette un rifiuto. Non c’è ancora un foglietto come quello su cui i leader nazionali hanno messo nero su bianco la spartizione – 98 a Fdi, 70 alla Lega, 42 a Forza Italia e Udc, 11 a Noi Con l’Italia e Coraggio Italia – ma un ideale foglietto a mo’ di lettera, con lo schema declinato su territorio piemontese, parte da Fratelli d’Italia diretto ai vertici regionali leghista e forzista.

Su quella pagina il partito cui i sondaggi (ma anche l’esito delle recenti elezioni comunali) affidano la golden share, in Piemonte chiede come fa chi è certo di ottenere e non pare disposto più di tanto a trattare 8 collegi uninominali, tra i 10 della Camera (5 nel Piemonte1 e altrettanti in Piemonte2) e i 5 del Senato previsti dalla nuova ripartizione. Dunque, la metà più uno dei posti nel maggioritario con una proposta per la suddivisione dei restanti collegi che ne vedrebbe 5 al partito di Matteo Salvini e 2 a quello di Silvio Berlusconi. Sarà accettata senza discussioni quella che per FdI è ben più di un’ipotesi? Non poco dipenderà, soprattutto per quanto riguarda Forza Italia, ma non solo, dall’ulteriore suddivisione, ovvero quella dei collegi per fascia di “appetibilità”. 

Ormai tra dati pregressi, calcoli e sondaggi la geografia dei Piemonte, come quella del resto del Paese, ha i colori che distinguono i collegi uninominali praticamente sicuri, quelli contendibili e quelli che per essere conquistati all’avversario richiedono un miracolo o quasi. Il centrodestra in Piemonte in questo ha la situazione migliore visto che, dati alla mano, è convinto di lasciarne dei 15 solo 2 al centrosinistra essendo dati per certi almeno 9 e gli altri quattro decisamente più che contendibili. Del resto, guardando alle elezioni del 2018, il centrosinistra allora vinse solo in due collegi alla Camera sui 17 che erano e in uno al Senato sugli all’epoca 8 e oggi 5.

Dicevamo della richiesta di Fratelli d’Italia, considerando le cosiddette fasce degli 8 collegi reclamati, cinque sono quelli sicuri, due contendibili e uno considerato estremamente difficile da conquistare. Una spartingaia che potrebbe creare qualche problema, soprattutto con Forza Italia. I berluscones, infatti, stanno facendo di tutto per evitare di trovarsi dei due collegi assegnati uno di quelli considerati persi in partenza. Da qui i palesi tentativi dei vertici azzurri di tenersi il più lontano possibile dal collegio Torino1 Centro – Santa Rita – Mirafiori (che ha inglobato anche il vecchio 4) alla Camera, così come da quello della città (il resto dell’area metropolitana con tutti i comuni della vecchia provincia è compreso nel collegio di Moncalieri) per il Senato. Sarà interessante vedere se a quel punto il secondo collegio “impossibile” per il centrodestra se lo prenderà in carico la Lega. 

Questioni che non è affatto detto di risolveranno in ambito regionale.  Dopo il vertice fiume di mercoledì scorso, conclusosi con l'accordo sulla premiership e la ripartizione degli uninominali con tanto di foglietto con le firme, il tavolo nazionale è convocato permanentemente.

In mattinata negli uffici del gruppo della Lega a Montecitorio si riuniranno gli sherpa: Ignazio La RussaFrancesco Lollobrigida e Giovanni Donzelli per FdI, Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti per la Lega, Roberto OcchiutoGregorio Fontana e Alessandro Sorte per Forza Italia, Antonio De Poli per l'Udc, Maurizio Lupi per Noi con l'Italia e un rappresentante di Coraggio Italia.

La coalizione che tutti i sondaggi danno ampiamente favorita, mentre sul versante opposto si ragiona ancora sulle alleanze, accelera nella definizione dei collegi, questione da chiudersi in settimana. E, visti i tempi ristretti, semmai qualcosa dovesse incepparsi nella spartizione piemontese, dal vertice regionale del partito della Meloni si mette già un punto fermo: in qualunque caso, sotto i sette collegi i Fratelli non scenderanno.

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