Askatasuna: mozione sgombero da FdI in Comune a Torino 

Una mozione del capogruppo in Comune a Torino di Fratelli d'Italia, Giovanni Crosetto, in cui si chiede lo sgombero del centro sociale Askatasuna, ospitato in uno stabile di corso Regina Margherita 47 occupato abusivamente da 26 anni, è stata discussa in commissione Patrimonio, in seduta congiunta con la commissione Legalità. Presentata il 10 marzo, la calendarizzazione l'ha portata ad oggi. A favore dello sgombero, con motivazioni diverse, si sono detti, oltre a Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Torino Bellissima e il capogruppo dei Cinque Stelle Andrea Russi, mentre la collega di movimento Valentina Sganga è contraria, come contrari sono i consiglieri di Sinistra Italiana. I consiglieri Pd, pur esprimendo "solidarietà ai poliziotto feriti" negli scontri di sabato avvenuti dopo il corteo No Tav a San Didero, dove la regia, secondo gli investigatori sarebbe di Askatasuna, hanno sottolineato "la complessità della situazione" e che bisogna "valutare nel complesso tutte le occupazioni". Per la giunta c'erano la vicesindaca Michela Favaro e l'assessora alla Sicurezza Gianna Pentenero. 

"Contrastare situazione di abusivismo - ha detto Favaro - è necessario per rispetto ai cittadini che pagano affitti e si occupano delle manutenzione degli stabili in cui vivono. Per questo - ha aggiunto - abbiamo avviato un monitoraggio di tutti gli immobili occupati. Con una lettera inviata nelle scorse settimane al prefetto ho chiesto che si ragioni su come affrontare le diverse situazioni". "Questo perché liberare uno stabile senza un progetto che ne preveda il riutilizzo rischia di essere uno sgombero fine a se stesso", ha continuato. Secondo Gianna Pentenero il tema è delicato: "Solo attraverso il contributo di tutti sarà possibile venirne a capo. La procedura che fa partire lo sgombero non risolverebbe il problema, ma ne genererebbe altri". "Per ogni edificio stiamo valutando gli elementi strutturali e di contenuto - ha sostenuto Pentenero -. Lavoriamo tutti per la legalità e rispetto delle regole, ma l'equilibro non si crea solo con una forma repressiva pesante. Serve un'azione più corale e complessiva". Presenti anche i rappresentati dei sindacati di polizia Siap, Sap, Siulp, Fsp e Coisp, che la presidente di commissione, Anna Maria Borasio, ha deciso di far intervenire i sindacalisti ma solo come cittadini e non rappresentati dei poliziotti. Una decisone che ha portato il Sap ad abbandonare la Sala.

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