LA GRANDA DISFIDA

Provinciali, arriva la "chiamata". Cirio telefona ai sindaci cuneesi

Il governatore s'attacca al cellulare per convincere gli amministratori a votare il suo candidato, Dalmazzo. FdI cerca di insidiare Costa nel Monregalese. Ma se anche venisse eletto il sindaco di Lagnasco sarebbe un'anatra zoppa. Scoppia il caso in Octavia

Le telefonate sono già partite in queste ore. Alberto Cirio non sarà spettatore interessato delle elezioni provinciali a Cuneo, suo feudo elettorale attorno alla roccaforte di Alba, ma ha intenzione di sfruttare il suo peso e la sua influenza per convincere sindaci e consiglieri comunali a schierarsi con il sindaco di Lagnasco Roberto Dalmazzo, espressione del centrodestra, e contro colui che è stato fino alla scorsa primavera il capo della sua segreteria, quel Luca Robaldo, sostenuto oggi da un ampio e trasversale fronte civico. Il primo cittadino di Mondovì che può contare su una base di sessanta colleghi che avevano firmato l’appello in suo favore e sul monregalese quasi interamente al suo fianco, parte favorito ma il governatore vuole giocarsi la partita fino alla fine. Così ha iniziato a contattare uno a uno gli amministratori che considera più vicini, provando ad assicurarsi il loro appoggio in una sfida per lui fondamentale, soprattutto in vista dei prossimi impegni elettorali.

Una campagna elettorale al limite del bon ton istituzionale, che dimostra quanto il presidente del Piemonte sia “ostaggio” dei partiti della coalizione, a partire da Fratelli d’Italia e dal suo capogruppo Paolo Bongioanni, che proprio nel monregalese si starebbe giocando una partita nella partita con l’ex ministro Enrico Costa, vicesegretario nazionale di Azione e aperto sostenitore di Robaldo. Le urne saranno aperte il 25 settembre, lo stesso giorno delle elezioni politiche, dove il centrodestra s’appresta a fare man bassa. Ed è proprio sfruttando quella scia che l’opossum e il caimano – Cirio e Bongioanni – sperano di recuperare almeno una parte dello svantaggio alle provinciali.

Ma anche qualora Dalmazzo dovesse vincere sarebbe un’anatra zoppa. Alle ultime elezioni Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia avevano ottenuto complessivamente cinque eletti, tanti quanti il centrosinistra, mentre Azione era riuscita a piazzare due suoi rappresentanti. Proprio in virtù di questi rapporti di forza Dalmazzo sarebbe in minoranza nel suo Consiglio. Con i consiglieri di centrosinistra e Azione (7 voti) pronti a compattarsi in una “opposizione di maggioranza” contro i 5 di centrodestra cui si aggiungerebbe il neo presidente. Uno scenario che rischia, di fatto, di ingessare l’ente fino alle prossime elezioni.  

Intanto Dalmazzo si trova a dover gestire anche qualche fibrillazione in casa propria, cioè all’interno dell’associazione Octavia, che raggruppa diciassette Comuni della pianura cuneese, di cui fa parte anche la sua Lagnasco. Proprio in queste ore circola una lettera in cui il direttore Mauro Arneodo sbatte la porta in polemica con il presidente Matteo Morena, responsabile a suo dire di aver “legato l’associazione Octavia a un carrozzone ormai spolpato e vecchio, quasi in decadenza”. Un carrozzone a cui “non bastano le creme rigeneranti e le cure estetiche”. Il riferimento pare a Forza Italia, partito che – per mano di Cirio – avrebbe di fatto ottenuto l’egemonia su Octavia, nata nel 2016 per condividere progetti e azioni di sviluppo e promozione del territorio. “Ti ho accompagnato in questi giorni difficili, ti ho sorretto, ti ho indicato una strada per uscire da questo imbuto – scrive Arneodo nella sua lettera al presidente Morena –. Tu giustamente hai seguito la tua visione che non collima con quella che ho io di Octavia ossia quella di essere orgogliosamente un’associazione libera di sindaci liberi”. Un altro passaggio che lascia intendere come l’autonomia rivendicata in questi anni dai primi cittadini di Cardè, Casalgrosso, Cavallerleone, Moretta, Murello, Revello, Villafeletto (solo per citarne alcuni) sia venuta meno. Non si tratta di un blocco elettorale particolarmente significativo (parliamo complessivamente di meno di 30mila abitanti), ma dà l’idea di quante alzate di sopracciglio abbia provocato la prova di forza di un centrodestra che a Cuneo rischia di vincere alle politiche e soccombere alle provinciali.