VERSO IL VOTO

Palazzo Lascaris in pausa elettorale

Con l'approvazione dell'assestamento di bilancio, il parlamentino piemontese chiude per due settimane. Slitta anche la discussione su Allontanamento zero, dopo che le minoranze avevano già iniziato a scavare le trincee. Ripresa fissata il 27 settembre

Palazzo Lascaris va in pausa elettorale. Quella di oggi è l’ultima seduta del parlamentino piemontese che poi sospenderà i lavori (con l’eccezione delle commissioni) fino a dopo le urne. La decisione è stata presa dalla Conferenza dei capigruppo che ha fissato per martedì 27 settembre la ripresa, quando verosimilmente Fratelli d'Italia sarà il primo partito d'Italia e i rapporti di forza con Lega e Forza Italia dovranno essere giocoforza rivisti. Non solo a Roma.

Intanto la campagna elettorale incombe, i berluscones hanno ben tre consiglieri candidati (il capogruppo Paolo Ruzzola, l'assessore Andrea Tronzano e Alessandra Biletta), Fratelli d'Italia ha schierato a Torino centro l'assessora Elena Chiorino: troppo alto il rischio che la maggioranza non riesca a tenere in piedi il numero legale visti gli impegni elettorali di chi è in lista (tra le opposizioni l'unico a correre per uno scranno parlamentare è Marco Grimaldi di Sinistra italiana). Con l'approvazione dell'assestamento di bilancio, tutti gli eletti, santini alla mano, potranno andare a battere il loro collegio iniziando a oliare la macchina elettorale in vista del 2024 quando sono in programma le regionali. Il provvedimento ha ottenuto il semaforo verde all'unanimità e prevede la restituzione di 9,9 milioni di euro alla Giunta regionale (risorse non spese a causa delle restrizioni Covid), e l’investimento di 2,8 milioni nell’ammodernamento strutturale e tecnologico del patrimonio immobiliare.

Slitta invece la discussione sul disegno di legge Allontanamento Zero che, su sollecitazione dell’assessora Chiara Caucino, era stato messo all’ordine del giorno della seduta odierna salvo poi essere procrastinato in un altro momento. Tra i banchi delle minoranze i consiglieri avevano già iniziato a scavare le trincee, preparando lunghi interventi ostruzionistici volti a procrastinare l’analisi degli emendamenti a dopo le elezioni, ma nel centrodestra nessuno aveva voglia di offrire una vetrina alle varie forze di opposizione soprattutto in tempi di campagna elettorale. Così, anche su sollecitazione del governatore Alberto Cirio, si è deciso di rinviare anche la discussione generale del provvedimento. Anche perché, dopo la decisione della Caucino di presentare il provvedimento originario, riponendo in un cassetto gli emendamenti di giunta scritti dopo il confronto con associazioni, operatori del settore e famiglie affidatarie, il rischio che l’aula si trasformi in un Vietnam è quanto mai concreto.

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