VERSO IL VOTO

Flat tax, "per ora non se ne parla". Crosetto a gamba tesa su Salvini

Il consigliori della Meloni azzoppa uno dei cavalli di battaglia del leader leghista: "Sarà una priorità nel momento in cui ci saranno i soldi, in questa manovra finanziaria non vedo molto spazio". E anche sull'Autonomia il Capitano deve mettersi il cuore in pace

E meno male che per Matteo Salvini l’unico punto di disaccordo nel centrodestra è su come affrontare il caro bollette. L’unico eccetto le altre questioni, verrebbe da dire. E così dopo lo scostamento di bilancio, le divergenze sul posizionamento in Europa e le sanzioni a Putin, se fare prima l’autonomia o il presidenzialismo ecco un altro cavallo di battaglia del Capitano finire azzoppato dal partito di Giorgia Meloni. “La flat tax al momento non è neanche in discussione”. A sparare a palle incatenate è nientemeno che Guido Crosetto, gran consigliori della capa di FdI. “Sarà una priorità nel momento in cui ci saranno i soldi, in questa manovra finanziaria non vedo molto spazio”, ha proseguito, spiegando che “la flat tax generalizzata richiede energie che ora non ci sono. Le risorse economiche che abbiamo adesso devono andare al cuneo fiscale e, semmai, ad abbassare l’Iva sui beni di prima necessità per finire in qualche modo alle famiglie, che non riescono ad andare avanti, e alle imprese per essere più competitive”.

Crosetto, che già si era già mostrato piuttosto tiepido sull’Autonomia differenziata, vincolando il provvedimento al riassento istituzionale in senso presidenzialista (con buona pace di Luca Zaia), ora frena pure sulla principale proposta leghista sul piano economico, assieme a quota 41 per le pensioni. Chissà come prenderà il Capitano questo bagno di realtà da parte degli alleati.

Nelle ultime tappe del tour a sostegno del partito di cui è stato co-fondatore, il gigante di Marene ha voluto ancora una volta rassicurare sulla collocazione europea e sull’affidabilità di Meloni: “Il Governo Meloni sarà radicato fortemente in Europa e la Meloni diventerà una dei leader più rispettati in Ue”. E a proposito della guerra in Ucraina e del posizionamento internazionale ha aggiunto: “È l’unica ad aver avuto una posizione uguale a quella di Draghi e dell’Europa senza mai titubanze ed è la linea che farà rispettare gli alleati”, al contrario del rimba di Arcore e del Capitan Fracassa, avrà pensato (ma non detto). Nessun rischio isolamento dell’Italia in Europa? “Sarebbe una follia, si farebbe male da sola”.

Da politico (apparentemente) “in sonno” e da uomo di mondo, Crosetto ha le idee piuttosto chiare su ciò che il prossimo governo – verosimilmente di centrodestra – dovrà mettere in cima all’agenda. “È il periodo economico peggiore dal dopoguerra a oggi. Temo un clima sociale ed economico drammatico nei prossimi sei mesi, il peggiore che ci sia mai stato, ma questo non per la Meloni ma per le condizioni che ci sono”. Per l’ex sottosegretario alla Difesa, inoltre, “il centrosinistra è un cartellino elettorale perché ormai è ridotto al lumicino. Il centrodestra, invece, ha un programma comune che ha scritto con grande facilità. C’è la stessa visione, l’idea di dover migliorare l’Italia dal punto di vista fiscale, amministrativo e burocratico. I valori sono gli stessi”. Nessun rischio, dunque, di una fine anticipata della legislatura per frizioni tra gli alleati? “Assolutamente no”, risponde facendo leva sull’ottimismo della volontà.

Il rischio fascismo con Fratelli d’Italia? “Ormai ne parlano da talmente tanto tempo che gli elettori sono totalmente indifferenti. La gente non ha paura che Giorgia Meloni possa in qualche modo trasformare l’Italia in un regime fascista. È una cosa a cui non crede nessuno tranne qualche giornalista di parte”, afferma Crosetto. “L’accostamento a Orban? È stato eletto nel Ppe, poi ne è uscito e ha cercato di entrare nel partito dei conservatori guidato da Giorgia Meloni ma il suo ingresso è stato bloccato da Italia e Polonia. Accostare nazioni che non c’entrano niente con noi, con le idee della Meloni è totalmente sbagliato”.

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