CALCIO & GIUSTIZIA

Juve, Agnelli & C. verso il processo

Dal Palazzo di Giustizia trapela l'imminente arrivo delle richieste di rinvio a giudizio per gran parte dei vecchi vertici. Con la mossa delle dimissioni la società separa i propri destini da quelli dei suoi ex amministratori e spera di alleggerire la posizione. Grana Consob

È pronta in procura a Torino la richiesta di rinvio a giudizio nell'inchiesta sui conti della Juventus. Il provvedimento riguarda Andrea Agnelli e quasi tutte le altre persone che nelle scorse settimane avevano ricevuto l’avviso di chiusura indagini, il famoso 415 bis: la posizione di alcuni è stata stralciata in vista di una probabile richiesta di archiviazione.

Le strade della Juventus e dei suoi ormai ex amministratori dovrebbero dividersi anche a livello giudiziario. Secondo fonti di corso Vittorio, la posizione della società bianconera si è molto alleggerita dopo le dimissioni dell’intero cda lunedì scorso. Anche perché, spiegano gli inquirenti, verrà presentato un nuovo bilancio non più “viziato” da una contabilità poco chiara sulle dieci plusvalenze su cui si indaga dal 2021, insieme alla rendicontazione mascherata degli stipendi dei giocatori. I reati riscontati negli ultimi bilanci, quindi, non potranno essere reiterati. “Le dimissioni dei consiglieri di amministrazione della Juventus rappresentano un atto di responsabilità, che mette al primo posto l’interesse della società”, aveva non a caso sottolineato in una nota John Elkann, ceo di Exor, la holding che detiene il 63% del club, confidando che “la società riuscirà a dimostrare di aver agito sempre correttamente”.

Insomma, l’inchiesta partita un anno fa e che ha portato a 15 indagati, tra cui il presidente Agnelli, il vice Pavel Nedved e l’ad Maurizio Arrivabene insieme ad altri vertici e allo stesso club bianconero per reati che vanno, a vario titolo, dalle false fatture alle false comunicazioni sociali e al mercato, all’ostacolo agli organi di vigilanza, è a un punto di svolta. Sotto la lente degli investigatori, in particolare, i bilanci di tre annualità (2019, 2020, 2021), per i quali l’accusa ipotizza plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori durante la pandemia Covid. Una vicenda che ha costretto per due volte il club bianconero a rinviare l’assemblea degli azionisti, fissata per il 27 dicembre. Le ultime contestazioni della Consob hanno spinto la società a una decisione forte e di rottura, alla luce dei “nuovi pareri legali e contabili degli esperti indipendenti incaricati ai fini della valutazione delle criticità evidenziate da Consob”. Da qui la convocazione del consiglio straordinario che si è tenuto alla Continassa nel quale l’intero Cda, ha levato le tende dopo aver riesaminato “le contestazioni della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, le carenze e criticità rilevate dalla Consob e i rilievi sollevati da Deloitte & Touche S.p.A., società di revisione di Juventus”.

La chiusura indagini è stata notificata dalla procura lo scorso 24 ottobre e nei giorni scorsi davanti ai magistrati torinesi sono sfilati alcuni ex componenti del collegio sindacale ed ex revisori dei conti mentre alcuni indagati avrebbero presentato memorie. Per intanto, a quanto si apprende, la procura di Torino potrebbe rinunciare all’appello contro la decisione del gip che lo scorso 12 ottobre ha respinto la richiesta di custodia cautelare nei confronti di alcuni esponenti del club bianconero, tra cui i vertici della società. Nel ricorso in appello contro il rigetto del gip la procura aveva, infatti, chiesto l’interdizione dalle cariche societarie, esigenza che sarebbe venuta meno con le dimissioni dell’altro ieri. Infine, sul tavolo resta anche la possibilità per la Juventus di rivolgersi al Tar contro la delibera Consob dello scorso 19 ottobre, una eventualità che la società aveva annunciato in alcuni comunicati, “Le contestazioni della Procura non paiono fondate e non paiono, peraltro, né quanto a presupposti, né quanto a conclusioni, allineate con i rilievi contenuti nella delibera Consob”. Così la Juventus in una nota, in cui si aggiunge che il club confida come “proprio in ragione della ritenuta assenza di qualsivoglia alterazione dei bilanci contestati, le conclusioni delle autorità sportive (che già si sono espresse, con riguardo al tema plusvalenze, in senso favorevole a Juventus) non cambieranno: in assenza di alcuna alterazione contabile, ogni sanzione sportiva – scrivono – risulterebbe del tutto infondata”. Parallelamente alle vicende giudiziarie, ci sono infatti anche che a cascata quelle in Consob per gli aspetti legati alla Borsa, e alla Ficg per gli aspetti sportivi.

Primo passo della nuova Juve elkanizzata sarà l’assemblea dei soci del 27 dicembre, quando sarà presentato un nuovo bilancio relativo all’annata 2012-2022 con una revisione delle stime e le rettifiche degli oneri di competenza. Ciò dimostra, indirettamente che l’ipotesi accusatoria, alla base dell’indagine sfociata nelle prime perquisizioni del novembre 2021 era fondata, per stessa ammissione della Juventus. Il 18 gennaio poi sarà eletto in un’altra assemblea un nuovo cda guidato dal commercialista agnellesco Gianluca Ferrero (suo padre Cesare era insieme a Franzo Grande Stevens e Gianluigi Gabetti, tra i pochi consiglieri fidati dell’Avvocato) che “sarà formato da figure di grande professionalità sotto il profilo tecnico e giuridico” e “avrà il compito di affrontare e risolvere i temi legali e societari che sono sul tavolo oggi”.

print_icon