Fondazione De Fornaris compie 40 anni, obiettivo Usa e Cina

La Fondazione De Fornaris, istituzione d'arte che lavora a fianco della Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino, compie 40 anni e punta a ritornare davanti a un pubblico internazionale. Non solo a New York, dove aveva festeggiato i 30 anni, ma anche in Cina. "Guardiamo al futuro - spiega il presidente Piergiorgio Re - partendo dal valore culturale della collezione. Per questo abbiamo affidato allo storico dell'arte Francesco Guzzetti, il compito di realizzare un libro. Non un catalogo delle opere, ma un volume di cultura che deve stare sulla scrivania dei più importanti direttori dei musei. Lo presenteremo alla fine del 2023 a New York e, se la situazione internazionale lo permetterà, in Cina. Guardiamo anche con attenzione al mondo degli Emirati Arabi, che sta facendo grandi investimenti in cultura". La storia inizia nel 1982 in seguito al lascito del mecenate Ettore De Fornaris per arricchire "con opere di alto pregio" la Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino. Una Fondazione privata, quindi, che lavora per il museo della città, un caso unico in Italia. In quattro decenni il patrimonio ha raggiunto le mille opere tra acquisti e donazioni. Oltre 10.000 pezzi se a dipinti e sculture si sommano fondi e serie grafiche. "Operiamo con nostre risorse, mai avuto fondi da nessuno. Non so dire il valore della collezione, è intoccabile", spiega il presidente Re. Basta citare qualche nome: Burri, Heyez, de Chirico, de Pisis, Morbelli, Morandi, Penone, Merz, Pistoletto, Casorati, Anselmo. Una collezione senza un museo: le opere sono esposte a rotazione alla Gam o conservate nei depositi. E' nata da qui, a fine 2017, l'idea di creare Il Museo che non c'è, un museo virtuale realizzato con l'azienda Reply usando tecnologie all'avanguardia. Iniziativa vincente negli anni del Covid quando il numero dei visitatori è volato. "Vogliamo che la Gam riprenda il suo ruolo internazionale. Dobbiamo fare uno sforzo per diventare un punto di riferimento per i giovani artisti, non solo piemontesi, ma di tutto il mondo" afferma Re. 

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