POTERI FORTI

Compagnia, sventato il "colpo": intatto il peso dei grandi elettori

Il nuovo statuto della fondazione San Paolo non ridurrà il numero dei consiglieri del sistema camerale. Il fronte istituzionale mantiene così la golden share sulla scelta del successore di Profumo. L'asse Cirio-Lo Russo apre il dialogo con Messina

La carta della golden share sulla scelta del futuro presidente delle Compagnia di San Paolo che pareva destinata a volar via dal balcone di Palazzo di Città resta, invece, sul tavolo del sindaco Stefano Lo Russo. Meglio: il fronte dei ”grandi elettori” pubblici – Comune di TorinoRegione Piemonte e Camere di Commercio – mantiene inalterato il proprio peso.

La partita per la successione a Francesco Profumo ha ancora tempi lunghi, pressappoco un anno, ma la mancata modifica dello statuto della fondazione di corso Vittorio Emanuele, nella parte riguardante la paventata riduzione del peso del sistema camerale, consente al sindaco subalpino, cui spetta per prassi l’indicazione del presidente, di guardare alla scadenza con maggiore serenità. E, non di meno, fuga i timori del mondo politico di perdere influenza sulla potente cassaforte territoriale, nonché principale azionista di Intesa Sanpaolo. Le modifiche, tutto sommato marginali, che attengono agli enti “minori” nella loro rappresentanza in seno alla Compagnia, non inficiano dunque quei piani che sarebbero stati, al contrario, scombinati nel caso fosse andato a segno quello che in via Carlo Alberto definivano un vero e proprio “colpo di mano”. Decisiva è stata decisiva l’azione di alcuni componenti del Consiglio di gestione, primi tra tutti l’ex manager Fiat e, soprattutto, ex presidente della Camera di Commercio di Torino Alessandro Barberis e la vicepresidente della Compagnia stessa Rosanna Ventrella, imprenditrice e dirigente della Cna.

A questo punto per cercare di capire cosa succederà nei prossimi mesi bisogna guardare a come il fronte istituzionale, rinvigorito dal risultato ottenuto e non di meno cementato da quella “concordia” che caratterizza i rapporti tra Lo Russo e Alberto Cirio, si muoverà nei confronti di Carlo Messina. Il ceo di Ca’ de Sass prima di occuparsi della Compagnia intende chiudere un’altra partita, per molti versi collegata, ovvero la designazione del nuovo presidente della Fondazione Cariplo, altro azionista di riferimento della banca. La successione in quello che a lungo è stato il regno di Giuseppe Guzzetti è in agenda in questi giorni. Ed è noto come il Grande Vecchio della finanza bianca punti a portare al vertice Giovanni Gorno Tempini, trovando però un Messina piuttosto freddo. Ha un nome che tiene al momento molto coperto, pronto a calarlo al momento giusto. Di chi si tratta? Circolano molte ipotesi, alcune parecchio fantasiose, come quella di Paolo Grandi, attuale chief governance officier della banca, di cui, pur essendo prossimo alla pensione, Messina non vorrebbe privarsi. E poi un passaggio diretto alla guida di uno dei principali azionista sarebbe difficilmente consentito. Una cosa è certa: Messina pur non rinunciando a esercitare fino in fondo il suo ascendente mai arriverà allo scontro con Guzzetti.

Risolta la questione Cariplo, Messina prenderà ad occuparsi delle vicende di corso Vittorio Emanuele, dove guardando entro i confini piemontesi, è quasi certo entrerà nel futuro consiglio un rappresentante della Fondazione Cr Cuneo, anche a seguito del recente aumento della sua quota. Tradizionalmente il più grande dei piccoli azionisti istituzionali esprime un proprio rappresentante e ciò che non è capitato per una serie di circostante nel mandato in corso avverrà nel prossimo.

I prossimi mesi saranno dunque cruciali. L’asse Cirio-Lo Russo e le mosse di Messina potrebbero dipendere anche da un altro snodo non meno importante atteso la prossima primavera quando toccherà rinnovare la presidenza della Fondazione Crt. Altra partita non meno complessa e non meno foriera di possibili sorprese. Ne parleremo presto.

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