BERLUSCONES

Forza Italia: "rivincere in Piemonte". Ma Cirio si tiene ancora abbottonato

Il governatore titilla l'orgoglio piemontardo al convegno degli azzurri con i ministri Pichetto e Zangrillo. "Eravamo considerati ai margini dell'impero, oggi siamo protagonisti a livello nazionale". Non una parola su una sua ricandidatura nel 2024

L’imperativo è “rivincere le elezioni”, bissando il successo che ha portato Alberto Cirio alla presidenza della Regione. Forza Italia, a poco meno di tre mesi dalle urne politiche, si consola del magro risultato conseguito lo scorso 25 settembre ostentando come un trofeo i due ministeri conquistati e, soprattutto, sperando che nel 2024, quando il Piemonte rinnoverà il proprio governo, possa essere ancora della partita. Le incognite sono molte, a iniziare dalla tenuta nient’affatto scontata di un partito macilento con consensi ridotti all’osso e guidato da un manipolo di cortigiani abbarbicato al Matusalemme di Arcore. Al netto dei mutati rapporti interni alla coalizione, destinati a produrre, man mano che ci si avvicina alla scadenza della legislatura, fibrillazioni sempre più intense, per il centrodestra molto dipenderà dai destini di Cirio.

Non è indifferente, infatti, se a correre sarà il governatore uscente, portando in dote notorietà e apprezzamenti guadagnati in questi quasi cinque anni di mandato, oppure un candidato inevitabilmente meno conosciuto e frutto di spartizione sui tavoli nazionali. Al momento tutti gli scenari sono plausibili e, del resto, lo stesso Cirio sembra per nulla preso dalla fregola di sciogliere le riserve. E non solo per ragioni tattiche, visto che non ha alcun interesse a concedere terreno agli avversari e men che meno a potenziali concorrenti. Negli ambienti romani raccontano stia tastando il terreno “ai massimi livelli” per sondare le chance non tanto di ottenere una candidatura alle Europee (che saranno, salvo improbabili sorprese dal precipitare del Qatargate, coincidenti con il voto regionale) quanto di una designazione da parte del governo Meloni a commissario europeo, magari con delega all’Agricoltura. In questo quadro è ripreso il cicaleccio su un imminente cambio di casacca, con tanto di fiamma sul bavero. Chissà.

Intanto, in balia di questi marosi Forza Italia prova a dar segni di vita. “Continuiamo a lavorare per il nostro Piemonte” è il titolo del convegno organizzato stamattina a Carmagnola dal gruppo azzurro di Palazzo Lascaris, guidato da Paolo Ruzzola, altro berluscones di cui si vocifera stia preparando a levare gli ormeggi. Occasione, almeno nelle intenzioni, per infondere un po’ di fiducia tra le truppe di attivisti e amministratori locali a dir poco scorate. “Eravamo considerati ai margini dell’impero, oggi siamo protagonisti a livello nazionale – ha provato a titillare l’orgoglio patriottico Cirio –. In un momento così delicato lavorare insieme è imprescindibile. Con questo incontro vogliamo dire ai sindaci, di qualunque colore, che noi ci siamo. La Regione c’è, i ministri e le istituzioni ci sono e possono aiutare”.

E dumse da fè è stato un po’ il fil rouge degli interventi dei due ministri. “Questo incontro significa essere in contatto con il territorio”, ha sottolineato il titolare dell’Ambiente Gilberto Pichetto, mentre il collega alla Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, che è ancora coordinatore piemontese del partito, si è detto “felice” per la presenza di numerosi amministratori locali. “Vuol dire che abbiamo seminato bene e abbiamo raccolto – ha concluso –. Questo è un motivo di soddisfazione, ma anche di responsabilità, che ci prendiamo con determinazione. Perché essere ministri vuole dire esserlo per tutta l’Italia, ma con il Piemonte sempre nel cuore”. Suma bin ciapà.

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