ALLA CONTA

Pd Piemonte, rossi contro Rossi. Sinistra alla ricerca del candidato

Sempre più frantumata la gauche democratica. Il consigliere regionale novarese fa proseliti anche tra i sostenitori di Schlein. Pentenero tentata dall'abbandonare Giorgis (e Cuperlo), il sindaco di Collegno Casciano molla Ricci che intanto s'accasa da Fassino

Che farà ora la sinistra? Mai come oggi la gauche del Pd è divisa, a livello nazionale come in Piemonte. Il passo avanti del consigliere regionale Mimmo Rossi nella corsa alla segreteria regionale ha scatenato il panico. Attorno al suo nome si è già coagulata buona parte dello stato maggiore di Stefano Bonaccini, ma dai primi sondaggi sottotraccia sarebbero emersi segnali confortanti anche da chi si sta orientando sugli altri candidati. Un aperitivo in piazza Palazzo di Città con l’ex europarlamentare Daniele Viotti potrebbe porre le basi per un’alleanza in chiave locale con il gruppo che un tempo ormai lontano faceva riferimento a Pippo Civati. Con Viotti viaggiano l’assessora torinese ai Trasporti Chiara Foglietta, il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e una serie di amministratori e dirigenti che guardano con interesse alla proposta di Elly Schlein. Allargare il consenso al di là delle filiere nazionali è l’obiettivo con cui si sta muovendo Rossi che può già contare sull’appoggio di buona parte dei suoi colleghi di Palazzo Lascaris (restano ancora in bilico Monica Canalis, che sostiene Bonaccini, Mauro Salizzoni, che andrà su Schlein, e l’apolide cuneese Maurizio Marello).

Ieri, in una diretta Instagram, la deputata Chiara Gribaudo si è schierata con Schlein, confermando una scelta ormai da tempo nell’aria. Si rompe così il suo sodalizio con Matteo Orfini, in virtù del quale l’onorevole di Borgo San Dalmazzo è stata nominata nella segreteria di Enrico Letta e poi ricandidata in posizione blindata a Montecitorio. Lui ormai la considera “persa” e nelle chat interne della corrente gli ex compagni di corrente avrebbero usato toni sprezzanti per definire quello che ai loro occhi è un tradimento. Ora c’è addirittura chi vede proprio in Gribaudo una possibile candidata per la segreteria regionale in rappresentanza della mozione Schlein. Finirà così? Difficile prevederlo, anche perché ormai le correnti sono vasi comunicanti e non sono pochi coloro che meditano di lasciare il tetto di casa per cercare fortuna altrove. Tra questi c’è l’assessora torinese Gianna Pentenero, da tempo vicina al senatore Andrea Giorgis a sua volta luogotenente torinese di Gianni Cuperlo. Lei avrebbe manifestato più di una perplessità nei confronti dell’operazione orchestrata dall’ultimo segretario della Fgci (la storica Federazione giovanile comunista, rinominata Sinistra giovanile all’indomani della Bolognina) e strizza l’occhio a Shlein. Potrebbe essere lei a guidare le truppe di quella mozione nella corsa regionale? Molto dipenderà anche dal volere di un’altra amazzone dem, la vicepresidente del Senato Anna Rossomando, che sui lidi della neo deputata svizzero-american-emiliana dovrebbe arrivarci sulla zattera di Andrea Orlando.  

In una sinistra che si scompone in mille pezzi c’è anche Enzo Lavolta, ex assessore di Piero Fassino, poi vicepresidente del Consiglio comunale di Torino, infine candidato sconfitto alle primarie contro Stefano Lo Russo e ora in cerca d’autore. Chi lo ha sentito lo ha descritto sereno ma deciso nel non farsi più rappresentare da chi “finora ha pensato solo a se stesso”, con riferimento ai due onorevoli della sinistra subalpina, i già citati Giorgis e Rossomando. Un modo per tenersi lontano da entrambi è provare a occupare uno spazio nella mozione Bonaccini, quello più a sinistra, as usual. Tra le anime in pena si annovera anche il sindaco di Collegno Francesco Casciano che dopo aver ospitato nella sua città Matteo Ricci, nel suo tour enogastronomico per l’Italia, ha deciso di non seguirlo nell’alleanza con Bonaccini, cosa che ha fatto invece la collega di Settimo Torinese Elena Piastra. Il gruppo di Ricci ora avrebbe avviato una federazione con i fassiniani riuniti nella corrente di Iniziativa democratica, nata all’indomani della scissione di AreaDem.  

Composizioni e scomposizioni, c’è chi viene e chi va. In assenza di contenuti politici (non sono i giornalisti che non ne parlano, ma i candidati stessi) è il risiko che appassiona osservatori e diretti interessati. Ed è proprio in questo scenario che tutti si chiedono: “Chi sta con Paola De Micheli?”.