Iran: Calenda, repressione brutale, strana assenza dei giovani

"Nell'Iran è in atto una repressione dei diritti fondamentali di una brutalità inaudita e francamente mi sorprende che su questo non si mobilitino i giovani italiani, non si è vista una sardina e invece sarebbe il caso che si mobilitassero, anche perché chi viene ucciso, massacrato e impiccato sono proprio giovani che combattono per la libertà che gli italiani hanno". Così il leader di Azione, Carlo Calenda davanti all'ambasciata iraniana dopo la consegna della raccolta firme, per il rispetto di libertà e diritti in Iran lanciata dal quotidiano la Stampa. Per la causa iraniana, al fianco del popolo e delle donne, si sono schierati anche i Radicali che aderiscono alla marcia organizzata nel pomeriggio dalla comunità iraniana a Roma e a Torino. Sulla situazione a Teheran, Calenda ha spiegato che nel paese c'è una contraddizione tra una società civile molto dinamica e moderna e dall'altro lato una teocrazia, un sistema di controllo della morale e dell'economia. Ora le due cose sono esplose perché le hanno fatte esplodere le donne, che studiano e si sono rotte le scatole di essere figlie di un dio minore, represse e obbligate a pratiche medievali. Quindi noi dobbiamo sostenere quella contraddizione".

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