SCIUR PADRUN

Troppo piccole per competere:
7 imprese su 10 senza dipendenti

I dati della Camera di Commercio di Torino fotografano il frammentato tessuto imprenditoriale subalpino. Ma è un problema che riguarda tutta l'Italia e incide su capacità d'investimento e accesso al credito

Too small to compete. Sono tante, tantissime e incredibilmente piccole, troppo piccole per stare sul mercato e per reggere l’urto delle crisi che ormai da tre lustri si susseguono. Sette imprese su dieci a Torino non hanno dipendenti o ne hanno soltanto uno, il 20,7% ha tra 2 e 5 addetti. Una rete di microimprese su cui è difficile intervenire con politiche industriali e politiche del lavoro, che faticano a intercettare finanziamenti pubblici e privati, che non sono in grado di fornire le garanzie necessarie per l’accesso al credito. Questi e molti altri dati sul sistema imprenditoriale torinese verranno messi a disposizione dalla Camera di Commercio alla Cgil, attraverso una piattaforma ad hoc realizzata dopo l’accordo siglato qualche mese fa.

Un problema endemico che si porta dietro non solo Torino ma tutta l’Italia. Imprese a gestione familiare che faticano a innovare e a innovarsi, che investono poco e che quindi risultano sempre più fragili. Di 4,4 milioni di aziende attive, le microimprese con meno di 10 addetti costituiscono la fetta numericamente più grande del mercato (95,05% del totale), contro lo 0,09% delle grandi imprese. Le 206mila Pmi, invece, rappresentano il 4,86% del tessuto imprenditoriale italiano, e sono responsabili, da sole, del 41% dell’intero fatturato generato in Italia.

Le imprese con meno di dieci addetti, vera linfa del nostro sistema produttivo, hanno però una capacità produttiva considerevolmente inferiore rispetto agli altri stati membri europei: generano in media un valore aggiunto di 30mila euro per addetto, contro i 46mila di Francia e Germania e i 35mila europei. Secondo i dati Eurostat, tra il 2013 e il 2018, le imprese italiane occupavano mediamente 3,8 addetti ciascuna, contro i 5,8 dell’Unione a 28, i 5,1 della Francia, i 4,5 della Spagna e addirittura gli 11,7 della Germania. Insomma, pare esserci una forte correlazione tra la produttività per addetto delle grandi rispetto alle più piccole.

Nelle considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia sul 2021 si legge che nel nostro Paese “le eccellenze imprenditoriali non mancano; la produttività delle imprese italiane di dimensioni medio-grandi e la loro capacità di raggiungere i mercati internazionali sono comparabili con quelle delle imprese di analoga dimensione di Francia e Germania; il loro peso sull’occupazione e sul valore aggiunto resta però insufficiente. In Italia le aziende con oltre 250 addetti, che hanno in media migliori risorse manageriali e organizzative e una maggiore capacità di sostenere i costi dell’innovazione e di adattarsi alla transizione verde, impiegano meno di un quarto degli occupati, circa la metà che in Francia e in Germania” mentre in Italia il 40% dei lavoratori è impegnato in microimprese che hanno tra 0 e 9 dipendenti, esattamente il doppio di Francia e Germania dove solo un lavoratore su cinque è impegnato in aziende piccole o piccolissime.

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