CENTRODESTRA

"Proveremo a stanare l'opossum". Vertice tra Fratelli d'Italia e Cirio

Il capogruppo in Regione Bongioanni e il segretario piemontese Comba domani saliranno al 40° del grattacielo. Chiederanno al governatore di "metterci la faccia" sulla nuova elettorale. Malumori per l'egemonia leghista nella Sanità. Sul futuro "deciderà la Meloni"

Stanare l’opossum. Missione forse impossibile, certamente ardua quella cui si accingono i vertici di Fratelli d’Italia, pronti a raggiungere, domani, il quarantesimo piano del grattacielo della Regione Piemonte. Ma riusciranno i due incursori, massimi livelli del partito a livello piemontese – Fabrizio Comba, parlamentare e coordinatore regionale e Paolo Bongioanni, capogruppo a Palazzo Lascaris – a impedire che Alberto Cirio, attui per l’ennesima volta la strategia del simpatico animaletto? Un esemplare in peluche campeggia sul tavolo presidenziale, omaggio proprio di Bongioanni (che prima o poi dovrà pagare le royalty allo Spiffero per il copyright) e tra un po’ di ore sarà silente testimone del colloquio a tre con il rischio di scambiare il titolare della scrivania con l’ospite arrivato come dono natalizio.

E sì, perché non c’è da scommetterci poi così tanto su un repentino e, a questo punto, pure un po’ rumoroso cambio di atteggiamento del governatore nell’abile e consumata condotta dei rapporti con le varie anime della maggioranza e nell’ancor più efficace capacità di sfilarsi quando possono preannunciarsi frizioni o, comunque, prese di posizione della cui durezza il politico langhetto mostra di fare a meno volentieri, quando possibile.

Il “commando” dei Fratelli sale in vetta al grattacielo dopo che il loro partito lo ha fatto nei voti che hanno portato Giorgia Meloni alla guida del Paese. E portano con sé una serie di richieste, più o meno decise e formali, a chi governa una Regione che ha, ovviamente i numeri usciti dalle urne nel 2019, ma non può non fare i conti con gli altri, quelli più recenti.

Certamente aleggia e se ne parlerà pure domani, la questione su cosa farà Cirio nel 2024, o per meglio dire cosa deciderà insieme alla premier che incontrerà dopo il voto in Lombardia e nel Lazio, “ma ci sono ancora un bel po’ di mesi davanti e, comunque, se non ci nascondiamo le legittime aspirazioni del presidente di tornare in Europa e non da semplice parlamentare, è chiaro che questa situazione sarà più definita solo dopo l’incontro con la Meloni”, ammette Bongioanni preparandosi all’incontro di domani. 

Tra i primi, anzi il primo punto, nell’agenda fraterna su cui chiedere al governatore “di esprimersi con chiarezza e autorevolezza”, ma non di meno di esercitare quell’arte della mediazione che gli è propria, è dettata dall’urgenza: la questione della nuova legge elettorale regionale. “Serve una serie di chiarimenti ed è giusto che come presidente intervenga”, aggiunge il capogruppo. Non qualcosa di sinistra, ma “Cirio dì qualcosa”, è il messaggio, piuttosto deciso. “Sul testo del consigliere Mosca crediamo si possa trovare un’intesa tra maggioranza e minoranza, ma ci sono una seri di questioni che vanno affrontate e chiarite”, spiega Bongioanni. Mantenere il riparto dei resti sui collegi attuali, e FdI come noto spinge per avere i consiglieri supplenti, che prendono il posto degli assessori, “ma proprio con Cirio dobbiamo chiarire come applicare questo sistema: subentra il primo dei non eletti del collegio oppure colui che ha preso più voti in tutta la regione?”. Poi ci sono da valutare i punti proposti dall’opposizione, primo tra tutti quello sulla soglia di sbarramento. “Vogliamo e dobbiamo capire quali sono i desiderata di chi guida la Regione. Certo non usciremo con le parole scolpite sulla pietra, ma ritengo che dopo la riunione di maggioranza che ci sarà martedì, venerdi dall’incontro con le opposizioni mi auguro si debba uscire con una fumata bianca”.

Il caimano, appellativo guadagnatosi sul campo da Bongioanni, sorride all’immagine dell’opossum dal risvegliare dalla tattica morte apparente, ma finisce col mostrare i denti affilati di fresco. Perché c’è anche altro da mettere sulla scrivania del presidente, con tutto il peso che il successo elettorale dei Fratelli si porta dietro in un inevitabile riequilibrio, pur senza troppi scossoni, all’interno della coalizione. “Parleremo anche si sanità e ce n’è da parlare”, annuncia sibillino il capogruppo. “C’è una sorta di monopolio della Lega in questa importantissima materia. Per la sanità piemontese è un momento difficile, difficile da gestire. Noi, come FdI, abbiamo professionalità che potrebbero essere di supporto e aiuto al buon governo del sistema sanitario regionale”. In primavera l’attuale direttore regionale Mario Minola andrà in pensione, c’è da passare dal commissariamento, affidato a Carlo Picco, a una direzione generale dell’Azienda Zero, a cascata altri posti da assegnare, insomma “non è proprio il caso che noi restiamo a fare gli spettatori”, dice Bongioanni, senza tema di non essere compreso. “Abbiamo una serie di crediti non ancora riscossi” ed è facile supporre che sarà proprio la sanità a portare i Fratelli ad esigerli. 

Avranno il placet, convinto e soprattutto chiaramente espresso del governatore su questa, come sulle altre questioni di cui discuteranno domani? L’opossum verrà stanato dal caimano, oppure Cirio ancora una volta mostrerà la sua astuzia langhetta, facendosi sostituire tra le fauci del caimano dal peluche che proprio questi gli ha regalato? 

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