CENTRODESTRA

Lega-FdI, la disfida di Novara. Giordano e Nastri ai ferri corti

Dopo la zuffa sfiorata domenica in piazza del Duomo, prosegue a colpi di interviste la singolar tenzone tra i due capataz. Ma la temperatura è destinata a salire ancora e non solo sotto la cupola di San Gaudenzio. E le avvisaglie si scorgono già in Regione

“I rapporti di forza tra Fratelli d’Italia e le Lega, a Novara, sono cambiati e vanno regolati con diversa determinazione”. Che non pare essere affatto mancata in quella traduzione plateale, giacché il teatro è stata un’affollata piazza del Duomo, del proposito del senatore meloniano Gaetano Nastri che egli stesso domenica ha sostanziato in un battibecco, al limite della rissa, con l’appena eletto segretario del carroccio novarese Massimo Giordano.

Il duello rusticano più che regolare i rapporti è parso farlo con i conti, tra i due capataz dei rispettivi partiti, alleati sì ma sempre più ai ferri corti all’ombra della cupola di San Gaudenzio in un clima, tuttavia, che facilmente si respirerà altrove, compreso il parlamentino regionale di via Alfieri e, per certi versi, anche l’esecutivo guidato da Alberto Cirio. E terreno di scontro sarà la regione, con le future tornate elettorale amministrative, ma anche la Regione intesa come ente il cui governo e assemblea legislativa sono composti sui numeri delle elezioni del 2019, un’era geologica rispetto a quelli usciti dalle urne di quattro mesi fa.

Che, poi, a Novara sulla questione giochino pure i caratteri non proprio morbidi dei due e magari pure qualche vecchia ruggine e desideri di rivalsa è cosa nota. Così è bastato, si fa per dire, che l’ex sindaco e già assessore regionale della Lega tornato alla ribalta avvertisse che “Novara dovrà restare a guida leghista”, facendo di questo obiettivo il core business della sua appena incominciata missione alla guida del partito, per far saltare la mosca al naso del senatore meloniano. Per non dire della chiosa, velenosetta assai, quasi da diktat: “Non vedo per quale ragione i novaresi dovrebbero lasciare una strada nota per sceglierne una ignota. Naturalmente se Fratelli d’Italia vuole continuare a stare con noi ne sarò lieto”.

“Perseverare in questo comportamento con un alleato che, in questo momento, è il primo partito è sinonimo di poca lungimiranza e scarsa lucidità politica”, va giù per le trippe Nastri senza risparmiare attacchi che sono più da avversari che non certo da alleati. Ma, ormai, le due definizioni si sovrappongono, lasciando intravvedere chiaramente come la questione non resterà, e di fatto ormai già non resta, entro i confini novaresi. “Alle porte – avvisa il senatore dei Fratelli d’Italia in un’intervista al Corriere di Novara – ci sono importantissime tornate elettorali: nel 2024 le regionali e le amministrative che coinvolgeranno oltre il 70% dei Comuni della provincia” e l’obiettivo dichiarato è, ovviamente, “di stare tutti insieme” in una collaudata alleanza, anche se i venti di tempesta di queste settimane scuotono anche le più granitiche intenzioni. 

Con Giordano che, annunciando di voler fare “un po’ di pulizia” nel partito è partito lancia in resta in una battaglia dove si ha l’impressione non voglia fare prigionieri, puntando tutte le forze per conservare Palazzo Cabrino alla Lega e, nel contempo, avendo segnato con forza sulla mappa pure quanti più possibile scranni a Palazzo Lascaris, dalle parti della Meloni l’irritazioni ha raggiunto livelli di guardia e oltre. “Non credo che la Lega abbia acquisito i diritti di esclusiva sul Comune di Novara”, afferma sarcastico Nastri, il quale non tralascia di ricordare “un ottimo rapporto di stima con il sindaco Alessandro Canelli”, quasi a voler segnare un distinguo con Giordano e i suoi modi spicci. Al quale riserva pure un, diciamo, disinteressato consiglio: “Dovrebbe imparare a giocare con correttezza e spirito di squadra”. E dire che sono alleati.

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