FIANCO DESTR

"Calma Fratelli, in Regione i numeri li ha la Lega"

La tensione tra alleati resta alta e nel partito di Salvini mal si sopporta l'arrembaggio dei meloniani. Il segretario Molinari rammenta i pesi reali: "Il voto delle politiche non può cambiare gli equilibri in Piemonte". Invasioni di campo e il ruolo di Cirio

“Non si può pensare di far pesare risultati di altre elezioni su quelli che sono gli equilibri regionali attuali”. L’avviso della Lega a Fratelli d’Italia è chiaro. Arriva dal massimo vertice regionale del partito, seppur con la premessa di non voler alimentare polemiche, ma Riccardo Molinari è ben consapevole di come l’arrembaggio che l’alleato sta muovendo ormai da settimane verso il governo del Piemonte, così come sui territori, abbia portato il nervosismo e la preoccupazione a livelli di guardia nel suo partito.

Quello che lei dice, dovrebbe essere dato per scontato, ma a quanto pare così non è. Dunque, Molinari, il problema con i Fratelli c’è ed è evidente. Come forse era da mettere in conto dopo le elezioni politiche. Non sarete certo sorpresi.
“Certo che no, le tensioni tra alleati sono, diciamo, fisiologiche. Poi il risultato elettorale li ha un po’ gasati. L’importante è restare nella normale dialettica”.

Che fa, prende già l’estintore in mano? 
“Ma no, credo che ci voglia calma e gesso, per capirci”.

Intanto il partito di Giorgia Meloni non ha neppure aspettato l’esito del voto in Lombardia e nel Lazio per incominciare a chiedere di contare di più nelle decisioni, ma soprattutto in alcuni posti chiave della Regione, sostenendo che i pesi sono cambiati.
“I numeri sono quelli delle elezioni del 2019, i voti di altre elezioni e le intenzioni di voto non devono incidere sugli equilibri regionali. Quando si voterà tra un anno e mezzo vedremo”.

FdI ha denunciato un’egemonia leghista sulla sanità piemontese, annunciando che finirà presto. Cosa risponde?
“Che la presunta egemonia sulla sanità è questione di punti di vista. Potrei dire che il nostro assessore Luigi Icardi lamenta delle intromissioni nella sue deleghe da parte di altri componenti della giunta. Se poi per egemonia si intende che Icardi è della Lega, beh allora…”

Una delle prime nomine importanti attesa tra pochi mesi è proprio quella del futuro direttore regionale della Sanità. E FdI ha già prenotato la poltrona. Lei è d’accordo?
“Come in precedenza le scelte sono state fatte dalla giunta, in particolare dal presidente e dall’assessore in base a criteri meritocratici così dovrà essere anche questa volta. Non parlerei delle direzioni regionali come spartizioni politiche, perché non lo sono”.

Nel suo partito questa situazione sta provocando più di un mal di pancia, tra gli amministratori, ma anche tra i militanti che si sentono sotto assedio di un alleato, non solo in Regione, ma anche in città importanti. Da Vercelli a Novara la tensione è altissima. Vuole spiegare, dal suo punto di vista, cosa sta succedendo? 
“A Vercelli abbiamo avuto un braccio di ferro col presidente della Provincia per avere le deleghe al vicepresidente, abbiamo ottenuto il peso giusto. I passaggi da Lega a Forza Italia di alcuni consiglieri comunali erano già nell’aria da tempo”.

A Novara tra il vostro segretario Massimo Giordano e il parlamentare di FdI Gaetano Nastri si è addirittura sfiorata la rissa. Normale dialettica anche lì? 
“A Novara le tensioni sono già più orientate al futuro, tutto nasce dal fatto che ci sia già una discussione su chi dovrà essere il prossimo sindaco. Io suggerirei a tutti moderazione, visto che abbiamo vinto da neppure due anni e Alessandro Canelli sta lavorando bene. Credo sia interesse di tutto il centrodestra governare Novara. Creare tensioni non ha nessun senso”.

Un invito rivolto anche ai suoi?
“No, attenzione, al mio partito posso ricordare che in generale farsi prendere dalle fibrillazioni non ha senso, ma capisco bene chi a livello locale difende la posizione, so perfettamente che Massimo Giordano tiene il punto e fa benissimo a ribadire che la Lega in questo momento non è disponibile a ragionare sulla candidatura a sindaco da qui a tre anni. Su questo ha perfettamente ragione. Ripeto: porre la questione sul prossimo candidato sindaco quando sono passati solo due anni dalle elezioni mi pare a dir poco fuori luogo”. 

Molinari, in casa vostra cresce l’idea che il presidente della Regione, in più di un’occasione, penda troppo verso FdI e, mentre siete sotto attacco, non vi protegga. È così?
“Cirio è mediatore per natura, quindi visto il maggior attivismo e agitazione dei Fratelli, e dovendo tenere tutto insieme, magari può sembrare più propenso a dare ascolto a quella parte. Direi che fa parte del suo ruolo. A volte tenere gli equilibri può apparire come propendere da un lato piuttosto che dall’altro, l’importante, però, è che nella sostanza non si vada a limitare l’azione amministrativa degli assessori della Lega”. 

Si riferisce a qualche circostanza in particolare?
“Credo sia chiaro che non si deve debordare su scelte strategiche come, ad esempio, è successo l’altro giorno sull’ambiente, per la questione rifiuti”.

L’assessore di FdI Elena Chiorino ha chiesto che i rifiuti del Biellese vengano trattati nell’inceneritore di Torino, mettendo sul tavolo una sorta di sovranismo della spazzatura, ma provocando anche parecchia irritazione nel vostro assessore Matteo Marnati. Cirio avrebbe dovuto intervenire in maniera diversa e più incisiva a sostegno del titolare dell’Ambiente?
“Inviterei a restare ciascuno sulla proprie competenze, se Marnati ha seguito un determinato percorso, con uno studio di anni dietro, dei ragionamenti, non è che da un giorno all’altro si può cambiare la strategia. Bisogna avere rispetto del lavoro degli altri”.