LA CONTA DEMOCRATICA

Lo Russo incorona Bonaccini: "Lui lavora, non parla a slogan"

Tra i due il feeling è scoppiato subito: "Ha già dimostrato di saper battere la destra". L'appoggio del sindaco alle primarie del Pd è totale, non a caso Torino è stata tra le poche grandi città in cui Schlein è stata sconfitta nelle convenzioni dei circoli

Hanno entrambi lo stesso nome, si fregiano tutti e due di quel pragmatismo che conosce solo chi persegue l’arte del governare. Per il sindaco di Torino Stefano Lo Russo l’approdo naturale in queste primarie è lo Stefano emiliano, Bonaccini. “È uno che lavora – lo descrive sui social il primo cittadino – che sa cosa vuol dire non avere la bacchetta magica e una soluzione pronta e semplice per tutto, non parla per slogan, sa cosa vuol dire ascoltare per provare a risolvere davvero i problemi quotidiani dei cittadini”. I due si sono piaciuti sin dall’inizio per quella vocazione al lavoro che condividono. Nessuno dei due scalda i cuori, non si sogna a un loro comizio ma alla prova del governo tengono botta. È la nuova generazione di amministratori dem, tutti concretezza e realismo, che mal sopportano certa vuota retorica che aleggia in taluni anfratti del Pd. E chissà se quel riferimento al non parlare “per slogan” non sia rivolto alla sfidante, Elly Schlein, portacolori di quella sinistra arcobaleno e multi gender, avvezza alla retorica più che alla pratica.

Si è adoperato non poco Lo Russo per assicurare a Bonaccini, che oggi era a Cuneo in compagnia del vicepresidente di Palazzo Lascaris Daniele Valle, l’appoggio dei sindaci piddini. Assieme al presidente dell’Anci Antonio Decaro ha lavorato ai fianchi il collega di Firenze Dario Nardella, che in un primo tempo accarezzava l’idea di mettersi in proprio, e il primo cittadino di Pesaro Matteo Ricci. L’unico con cui proprio non si prende pare essere il suo vicino di Milano Beppe Sala, che ormai balla da solo tra retorica ambientalista e megalomania olimpica. A Torino l'appoggio di Lo Russo è stato totale e tanti sono stati i sindaci dell'area metropolitana che lo hanno seguito consentendo al  governatore di stravincere la conta tra gli iscritti nelle sezioni con il 53,5% contro il 31,6 di Schlein.

“È un riformista, che ha a cuore il progresso sociale ed economico del suo territorio e dell’Italia – aggiunge Lo Russo a proposito di Bonaccini –. E ha già dimostrato di essere in grado di battere la destra, contro ogni pronostico. A mio giudizio, è quello che ci vuole per il rilancio e la ripartenza del Partito democratico”. Anche questa capacità di battere la destra (in particolare la Lega) contro ogni pronostico è un aspetto che accomuna i due. Per questo, dunque “io voterò Stefano Bonaccini con convinzione” chiosa il sindaco, mai come in questo caso allineato con i suoi due predecessori, Piero Fassino, che ha recentemente rotto con Dario Franceschini dopo la sua scelta di appoggiare Schlein, e Sergio Chiamparino il quale dopo una fuitina con Gianni Cuperlo, a riscoprire le origini ingraiane, ha ritrovato la sua indole riformista e ha annunciato la sua preferenza per il governatore nel ballottaggio del 26 febbraio.

“È una persona che conosco da tempo e di cui ho stima – conclude Lo Russo su Bonaccini –. È di umili origini e ha sempre lavorato fin da giovanissimo per la sua comunità con spirito di servizio e con una caratteristica fondamentale: la concretezza. Ha dato alla politica e al suo impegno sempre quella caratteristica di aggancio alla realtà dei problemi che la sinistra deve recuperare se vuole tornare a vincere. Sono migliaia in Italia le sindache, i sindaci e gli amministratori locali che da Nord a Sud, dai piccoli borghi alle grandi città, con me lo sostengono proprio per questa ragione”.

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