FIANCO DESTR

La Lega apre la nuova sede ma FdI le scippa l'ennesimo eletto

Giù dal Carroccio anche il presidente del Consiglio comunale di Vercelli, Lavarino. I meloniani diventano prima forza della coalizione con 9 rappresentanti in aula, due in più rispetto al partito di Salvini. E altri sono sull'uscio pronti a lasciare

Mentre continua a essere divisa sul prossimo segretario e con il congresso congelato da settimane, la Lega di Vercelli continua a perdere pezzi, a vantaggio – neanche a dirlo – di Fratelli d’Italia. L’ultimo a fare le valigie è il presidente del Consiglio comunale del capoluogo, Romano Lavarino, che in una conferenza stampa anticipata da un lungo messaggio nella chat dei militanti, ha annunciato il suo addio. “Quasi ad ogni riunione politica, il segretario cittadino della Lega (Gian Carlo Locarni ndr) non manca di ricordare che se qualcuno non è d’accordo con l’impostazione e le decisioni della segreteria la porta è quella e io non ho fatto altro che seguire questo consiglio” scrive Lavarino. Il suo addio è solo l’ultimo di una lunga serie a Vercelli. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati la consigliera Margherita Candeli e subito dopo il collega Damiano Maris, ma altri vengono dati sull'uscio. Grazie a questo ennesimo cambio di casacca i meloniani diventano prima forza della coalizione con nove consiglieri, mentre alla Lega ne restano solo più sette dei dodici iniziali.

Una nuova scossa tellurica che arriva a due giorni dall’inaugurazione della nuova sede di corso Fiume, padrino il segretario “nazionale” del Piemonte Riccardo Molinari, cui hanno partecipato tra gli altri anche l’ex sindaca di San Germano Michela Rosetta, arrestata nel 2021 perché distribuiva ricchi pacchi alimentari con tanto di capesante, acquistati per fare fronte all’emergenza Covid, ad amici che non ne avevano diritto (secondo l’accusa), e pure Andrea Adessi, rinviato a giudizio per essersi – anche in questo caso secondo i pm – spacciato per medico durante lo screening fatto in alcune città della Lomellina quando è esplosa la pandemia. Insomma, un revival un tantino imbarazzante.

Con la defenestrazione di Paolo Tiramani e il commissariamento del partito provinciale, ora nelle mani dell’ex senatore Enrico Montani, è scoppiato il caos: prima il duro braccio di ferro in Provincia con il presidente Davide Gilardino, poi lo schiaffo al sindaco Andrea Corsaro, scaricato a febbraio con un’intervista in cui Montani gettava nella mischia l’ex schermidore Maurizio Randazzo, già consigliere comunale tra il 2014 e il 2019 con la lista Vercelli Amica, salvo poi ritrattare in parte. Il tutto mentre il partito ha continuato a perdere voti e pezzi di classe dirigente.

Intanto, il tentativo di normalizzazione del partito, messo in atto da Riccardo Molinari tramite Montani si scontra con quel che resta della base. Gran parte degli iscritti vorrebbero il primo cittadino di Tronzano Michele Pairotto come nuovo segretario, i vertici invece tentano di imporre l’ex sindaco di Gattinara (ora vice) Daniele Baglione. “Non viene data la possibilità ai militanti di dar corso al congresso provinciale solo perché Pairotto, che vorrebbe candidarsi a segretario, nonostante si dica che sia preferito da molti militanti, è inviso alla dirigenza del partito ed il perché lo sapete tutti e non ve lo devo ricordare io” scrive ancora Lavarino nel suo commiato, facendo riferimento a quella firma apposta proprio da Pairetto in una missiva di solidarietà all’ex segretario Tiramani quando Salvini decise di commissariarlo piazzando al suo posto Montani.  

“Si era detto che con la cacciata di Tiramani ci sarebbe stata discontinuità ed in effetti una differenza c’è stata: prima c’era dialogo con gli altri partiti della coalizione oggi, invece, gli sforzi sono concentrati su come contrastare Fratelli d’Italia, rea di aver detto che il candidato naturale a sindaco, per le prossime elezioni, è il sindaco uscente. Solo a me pare una cosa evidente? Solo io ritengo che è prematuro mettere in discussione il sindaco?” che, peraltro, la stessa Lega sostiene esprimendo quattro assessori nella sua giunta.   Solo a me – conclude Lavarino – è sembrato grottesco abbandonare l’aula del Consiglio per mandare un segnale a FdI? Azione per la quale, ancora oggi, molti cittadini vercellesi mi chiedono quale politica sta facendo la Lega in città?”.

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