RETROSCENA

Il Centrodestra raddoppia le poltrone, Sanità e Welfare di nuovo separate

Breve proroga per "accompagnare" alla pensione (e alla porta) il numero uno di corso Regina Minola. Per la successione spunta il nome di La Valle (Molinette), da fan leghista a meloniano. Ma la direzione sarà sdoppiata per accontentare Marrone

Sanità e Welfare si separano. La poltrona che tra qualche settimana sarà vacante per l’imminente pensionamento dell’attuale occupante, Mario Minola, si sdoppia. Nei piani della maggioranza c’è un ritorno al passato: la delibera che prevede la divisione della direzione regionale è pronta per approdare già nella prossima giunta. Un modo per iniziare a rivedere i pesi politici interni alla coalizione di centrodestra, una mossa che darà un direttore tutto suo all’assessore al Welfare di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone.

Il percorso parte con una proroga del mandato di Minola, anche se non è esattamente quella che, da mesi, va cercando di ottenere. Anzi dietro la decisione che dovrebbe essere assuntamartedì prossimo non è difficile intravvedere un muro invalicabile alle non nascoste aspirazioni dall’alto dirigente di corso Regina. Il provvedimento allungherebbe il termine dell’incarico, ricevuto da Minola il 19 aprile 2021 fino al 31 maggio. Altro che ancora un anno o più alla plancia di comando come egli vorrebbe: l’atto prolunga la permanenza del vertice amministrativo della sanità piemontese di meno di due mesi e sarebbe motivato dall’intenzione di evitare una soluzione di continuità tra la fine dell’incarico e il compimento dei 65 anni che sono il limite invalicabile imposto dalla legge. 

Per il genetliaco dell’ex direttore generale dell’Aou Maggiore della Carità di Novara chiamato due anni fa a subentrare al dimissionario Fabio Aimar, pare che l’assessore Luigi Icardi abbia messo da parte un po’ di bottiglie, tenendone in serbo almeno una per il 31 maggio. Non è un mistero che Minola non possa contare sul sostegno del vertice politico per concretizzare le sue aspirazioni di restare. Lo stesso governatore Alberto Cirio non è affatto convinto dalle perorazioni del direttore, nelle ultime settimane in costante pellegrinaggio da una stanza all’altra del potere regione, sempre fornito del malloppo di pareri che sosterrebbero la sua tesi, in barba alla Madia. Storicamente vicino alla Lega, da qualche tempo Minola ha intensificato una serie di rapporti con l’alleato meloniano. Un noto esponente di FdI pare se lo sia trovato di buon mattina sull’uscio dell’ufficio, ma è il senatore novarese Gaetano Nastri, il main sponsor su cui il direttore punta per restare in corso Regina.

Al vertice della Regione è stata presa in considerazione la soluzione di proporre a Minola la direzione del San Luigi di Orbassano che verrà a breve lasciata libera da Francesco Arena, destinato all’Asl di Asti. Anche in questo caso, a quanto risulta, il manager avrebbe manifestato il suo disinteresse. Un ulteriore elemento che, insieme al prolungamento del mandato tale da oltrepassare la data utile per un’eventuale nomina, apre uno scenario per l’importante ospedale universitario che vedrebbe come possibile successore di Arena, uno dei più anziani e potenti grand commis regionali, ovvero Paolo Frascisco. Di lui è nota l’aspirazione a guidare un’azienda sanitaria e il non trascurabile vantaggio di saltare a piè pari il muro della pensione che scatterebbe per lui il prossimo anno. Con Frascisco al San Luigi, Cirio anticiperebbe l’obiettivo di portare alla Direzione Giunta (quella a lui funzionalmente più vicina) l’attuale responsabile del settore Ambiente e Territorio, Stefania Crotta.

Di più si capirà quando, salvo colpi di scena, a fine maggio Minola farà i bagagli. Nell’approssimarsi della scelta i nomi spunteranno, al solito, come i funghi. Ma già ora ne circola uno, non senza una qualche sorpresa. Dopo aver partecipato a lungo agli eventi della Lega e stretto un rapporto di ferro con l’assessore Fabrizio Ricca, da qualche tempo Giovanni La Valle, direttore della Città della Salute, frequenta con una certa assiduità esponenti di spicco di FdI, da Marrone alla collega (e potenziale candidato governatore se Cirio punterà all’Europa) Elena Chiorino, senza tralasciare il parlamentare e coordinatore regionale Fabrizio Comba.

Proprio quello del direttore delle Molinette (dove l’arrivo del commissario Marco Corsini, per così dire, sgrava il direttore della gran parte del lavoro sul futuro polo sanitario) è un nome che parrebbe affacciarsi per il dopo Minola. Alcuni movimenti si sono registrati in questi giorni per cercare aperture nei vertici meloniani del Piemonte per una possibile nomina in corso Regina dell’attuale direttore dell’Istituto di Candiolo, Antonino Sottile. Tra le numerose variabili sullo scenario che si prospetterà da giugno circola anche la possibile soluzione transitoria e temporanea di una reggenza in capo al vicedirettore Bartolomeo Griglio. Molto, se non tutto, dipenderà dalle intese o dalle frizioni tra Lega e FdI su una partita che passa anche dall’Azienda Sanitaria Zero, guidata ora dal commissario Carlo Picco uomo forte del Carroccio. Un risiko tutto da giocare, in cui Minola non rinuncia a muovere i suoi carri armati provando a presidiare fino all’ultimo il fortino.

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