RETROSCENA

FdI frena sulla direzione sanità

Chiesto a Cirio un pronunciamento definitivo sulla possibilità di superare il limite della pensione per Minola, molto sponsorizzato da Nastri e Bongioanni. Meloniani tiepidi sull'ipotesi Sottile (Candiolo) che piace al governatore e all'assessore Icardi (e pure al dem Laus)

Come una sorta d'araba fenice, a fronte del termine della sua carriera e dell’inizio di una non agognata pensione, Mario Minola potrebbe “risorgere” da dove lo costringe la legge Madia e, con un non proprio disinteressato aiuto "fraterno", volare ancora su corso Regina, almeno per un anno. Per il direttore regionale della Sanità, pochi giorni fa la giunta ha disposto una breve proroga che spinge la fine del rapporto di lavoro dal 19 aprile (data in cui finirebbe il contratto) al 31 maggio in modo da consentire il compimento del sessantacinquesimo anno in servizio. Ma c’è chi, nella maggioranza di centrodestra, non disdegnerebbe affatto l’idea di una proroga assai più lunga. 

“Perché non contare sull’attuale direttore, sulla sua esperienza e conoscenza dei dossier aperti, fino alla fine della legislatura?”. Paolo Bongioanni, capogruppo di Fratelli d’Italia ha servito la proposta sul tavolo dell’incontro informale, ieri a margine del consiglio regionale, con i suoi omologhi alleati, il presidente di Palazzo Lascaris Stefano Allasia, il governatore Alberto Cirio e i due assessori interessati, Maurizio Marrone (Welfare) e il titolare della Sanità, Luigi Icardi. A quest’ultimo l'ipotesi non solo è indigesta, ma prima ancora non percorribile: sarebbe una forzatura della legge Madia che fa scattare la fine del servizio a 65 anni per i dirigenti pubblici. 

Minola, si sa, da tempo vaga per le stanze del potere regionale con una cospicua documentazione che a suo avviso aprirebbe un varco nei meandri delle norme, consentendogli di restare ancora un anno. “Verifichiamo”, dice Bongioanni rivolto al governatore, il quale seppure dato come convinto dell’impossibilità di tenere ancora il direttore al suo posto, ha incassato la richiesta promettendo una risposta chiarificatrice in via definitiva, supportata dagli uffici, per il prossimo incontro, lunedì.

Dietro l’idea di lasciare il numero uno della burocrazia sanitaria al suo posto fino al termine della legislatura è difficile non vedere una mossa della strategia che il partito di Giorgia Meloni prepara in vista del quinquennio che si aprirà dopo il voto del prossimo anno. Il non detto è piuttosto evidente: meglio non (lasciar) blindare posizioni strategiche oggi e trovarsele occupate la prossima legislatura, con poco o nessuno spazio di manovra nel momento in cui FdI conta di sovvertire i pesi nel centrodestra e, dunque, nell’esecutivo. 

Lo stesso sdoppiamento della direzione di corso Regina con la riproposizione di quella autonoma del Welfare per cui parrebbe profilarsi la promozione dell’attuale vice Livio Tesio, stimato da Marrone, non chiude di certo la partita. Messaggio forte e chiaro alla Lega e allo stesso Cirio che dovrà dipanare la matassa. A FdI non dispiacerebbe affatto arrivare alle elezioni non solo con Minola ancora in plancia, pronto a cederla a chi verrà indicato dal prossimo assessore alla Sanità (poltrona cui FdI non intende certamente rinunciare se i voti confermeranno l’attuale primazìa meloniana), ma unendo in identico destino anche l’Azienda Sanitaria Zero, affidata al commissario Carlo Picco, uomo forte del Caroccio. Forse anche da qui, oltre che per stima personale, il forte appoggio del questore del Senato e capataz meloniano nel Novarese Gaetano Nastri nei confronti dell’ex direttore dell’ospedale della città di San Gaudenzio, qual è stato Minola. Lo stesso “accoglimento” della richiesta avanzata da Bongioanni di un chiarimento definitivo della norma da parte di Cirio, non nasconde un’attenzione da parte del governatore alle istanze (e alle possibili suscettibilità) del partito con la cui leader dovrà discutere del suo futuro politico, tra Piemonte ed Europa.

Sul tavolo “sanitario” di maggioranza, ieri, pure un tema scottante come l’edilizia sanitaria. “Bisogna procedere rapidamente, ma senza sbagliare un solo passo”, la linea condivisa. Anche per questo Icardi è pronto a formare un protocollo con il Politecnico per dar corpo a una task force in capo ad Azienda Zero con funzione di supporto alle Asl per la realizzazione dei nuovi ospedali.

Assai meno fretta, almeno da parte di FdI, sul fronte delle nomine di vertice, anche se nella probabile eventualità di un niet alla proroga di Minola, ci si muove per individuare il possibile successore. “Serve una figura di altissima professionalità”, il mantra comune. Dietro, le solite manovre politiche. Sempre alto il borsino di Antonino Sottile, il direttore dell’Istituto di Candiolo che piace a Cirio, non dispiace affatto a Icardi, ha un forte supporter in Picco e pure nelle fila del Pd nel deputato Mauro Laus. Non avrebbe sortito il risultato sperato una missione esplorativa per verificare la reazione di FdI a questa possibile “candidatura”, giorni fa, nei confronti del “federale” Agostino Ghiglia. E gira pure il nome di Giovanni La Valle, l’attuale direttore generale della Città della Salute dato in avvicinamento ai meloniani, dopo un lungo flirt con la Lega. Ma la partita è ancora tutta da giocare, con i meloniani tutt’altro che disposti a lasciare la scelta del futuro direttore all’alleato leghista che già ha in parte ipotecato la guida dell’Azienda Zero. E prima di arrivare a un non improbabile braccio di ferro, provano a giocare la carta Minola. Potenziale (e aspirante) Highlander di corso Regina, almeno fino alle elezioni.

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