POLITICA & SANITÀ

Sanità, niente proroga per Minola. Braccio di ferro FdI-Lega su Sottile

Cirio richiama la norma e respinge la richiesta di Fratelli d'Italia di tenere l'attuale direttore ancora per un anno. Alleati divisi sul nome del manager di Candiolo. I meloniani tengono il punto per un incarico legato alla legislatura. Il bando per l'assessorato al Welfare

A impedire una proroga di Mario Minola alla direzione piemontese della Sanità, spegnendo anche l’ultima speranza del navigato manager, c’è la legge “e se non ci fosse la legge, ci sarebbe la Lega”. La chiosa al curaro di un importante esponente del Carroccio conferma il non idilliaco rapporto tra l’assessore Luigi Icardi e il “suo” direttore, ma non di meno il braccio di ferro con Fratelli d’Italia che ora si sposta su un altro tavolo e su un altro nome.

La risposta, in guisa di verdetto, alla domanda posta pochi giorni fa dal capogruppo di FdI Paolo Bongioanni al governatore Alberto Cirio sulla possibilità giuridica di mantenere al suo posto l’attuale direttore anche dopo il raggiungimento della soglia dei 65 anni fissata dalla legge Madia è arrivata ieri. Non solo dalle parole del presidente nel corso della riunione di maggioranza, ma anche messa nero su bianco nella delibera che indice il bando per il nuovo direttore.

Un primo round che il partito di Giorgia Meloni non può certamente attribuirsi, dopo aver cercato di lasciare l’attuale direttore della sanità al suo posto fino alla fine della legislatura non tanto per l’indiscussa stima nei suoi confronti e il sostegno da parte del suo concittadino novarese e parlamentare Gaetano Nastri, quanto soprattutto per provare a “congelare” la nomina di vertice in corso Regina fino a dopo il voto del 2024. Tentativo fallito, ma senza una resa dei Fratelli che, anzi rilanciano o, come detto, spostano soltanto il braccio di ferro con l’alleato leghista. Non percorribile la via del prolungamento del mandato a Minola, FdI punta a limitare a un anno il contratto del successore, facendo nuovamente coincidere la durata dell’incarico con quella dell’attuale legislatura.

Una forzatura, come già abbiamo scritto, che al pari o pressappoco con quella tentata per Minola, trova un ostacolo nella norma. La legge prevede, infatti, che i contratti per le direzioni regionali abbiano una durata di tre anni, non meno. Da qui il probabile escamotage, che viene posta sul tavolo, di una sorta di verifica allo scadere del primo anno. Possibile? È l’oggetto di una discussione ancora aperta sul tavolo di maggioranza, anche se i segnali che arrivano da Icardi e dunque dalla Lega disegnano una strada stretta e in salita per Fratelli d’Italia. Oltre alla forzatura normativa, Icardi sottolinea il rischio di rendere assai poco appetibile un posto importante (e che richiede figure di alto profilo) proprio per quella durata troppo breve. Ma la vicenda non può essere guardata senza tenere conto dei nomi che circolano, uno in particolare e attualmente quello con il borsino più alto. 

Antonino Sottile, direttore generale dell’Istituto di Candiolo, ha molti sponsor nel centrodestra (e non solo, vista la palesata stima da parte del deputato del Pd Mauro Laus): piace a Cirio così come a Icardi e pure al potente commissario di Azienda Zero Carlo Picco, è stimato da molti colleghi, da pezzi importanti della dirigenza regionale, ma l’idea di averlo in corso Regina non pare entusiasmare i meloniani. Alcune iniziative diplomatiche per sondare esponenti di rilievo in quel fronte non avrebbero fornito l’esito sperato, lasciando immaginare che FdI potrebbe orientare la propria attenzione altrove, magari sul direttore generale della Città della SaluteGiovanni La Valle.

Quella del nome è questione che incrocia quella dell’incarico a durata ridotta, a sua volta complicata da un ulteriore aspetto: la scissione della direzione Sanità, da quella del Welfare ufficializzata ieri dalla giunta se porta i Fratelli, con il loro assessore Maurizio Marrone, a indicare il nuovo direttore (quasi certamente l’attuale dirigente Livio Tesio) difficilmente potrà  vedere uno scenario con il vertice amministrativo della Sanità limitato a un anno e il collega del Welfare a durata secondo la norma. Il braccio di ferro continua.

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