TERZO POL(L)O

Terzo polo, il Piemonte fa scuola. Il vice di Azione passa con Renzi

C'è chi prova a raddrizzare la rotta e chi abbandona la nave. Dopo l'iniziativa di Susta a favore della federazione, anche a Bologna il partito chiede a Calenda di "riannodare i fili" con Italia Viva. Intanto però arrivano le prime defezioni

Sono passate meno di ventiquattro ore dalla direzione regionale che si è svolta ieri sera, in cui per serrare i ranghi si è collegato anche il leader Carlo Calenda, e Azione in Piemonte già perde pezzi. A sbattere la porta è il numero due del partito Matteo Maino che prende baracca e burattini e aderisce a Italia Viva di Matteo Renzi dopo aver sperato fino all’ultimo nel Terzo Polo e poi nella possibilità di una federazione tra le due forze.

“Gentili tutti, per la stima e l’amicizia che ci lega, volevo che foste i primi a sapere delle mie dimissioni irrevocabili presentate quest’oggi al segretario regionale Gianluca Susta. Credo non ci siano più i presupposti politici di un mio impegno (una decina di incarichi tra nazionale, regionale, provinciale e cittadino) in questo partito”. Un commiato di poche parole con gli ormai ex compagni d’arme che precede di pochi minuti il post di Italia Viva che dà il benvenuto al nuovo arrivato. “Ne prendo atto con tristezza – dice Susta – mi sembra una decisione sbagliata e intempestiva, segno di un momento molto pesante”.

Tutto il partito è in fermento. Dopo che nei giorni scorsi i segretari provinciali del Piemonte hanno consegnato a Calenda un documento a sostegno del dialogo con Italia Viva, ieri è toccato all’assemblea degli iscritti di Bologna approvare una mozione che chiede di “Riannodare i fili di un disegno strategico riformista”. Viene ripreso l’intervento del vicesegretario nazionale Enrico Costa, che assieme a Luigi Marattin si era proposto come “pontiere e pompiere”. “Non vogliamo tornare a dividere il campo del riformismo liberale” scrivono gli azionisti bolognesi riprendendo a parlare di un “accordo di federazione” e poi di “costruzione di un partito unico” in vista delle elezioni europee del prossimo anno. Una posizione che Calenda ha già assecondato e poi definitivamente respinto tra un tweet e l’altro nello sgomento generale. Lo stesso Costa, in segreteria nazionale, si è espresso contro la definitiva rottura prima di prendere atto che, almeno per il momento, la decisione era presa.

C’è chi ha cercato e cerca di raddrizzare la rotta chi semplicemente abbandona la nave. Dal Piemonte alla Liguria, lascia Azione per Italia Viva anche Maria Luisa Biorci, cardiologa ed ex sindaco di Arenzano (Genova). Piccoli smottamenti isolati o l’inizio di una frana?