IL GOVERNO FA ACQUA

Siccità, mentre la Regione parla con Pichetto Meloni nomina Salvini commissario

Il Piemonte registra il maggior deficit di pioggia. Summit della giunta con il ministro dell'Ambiente. Qualche ora dopo la premier affida al vicepremier la cabina di regia per coordinare gli interventi sulla crisi idrica. Quantificati i primi danni per 60-80 milioni. Ecco le richieste

Il Piemonte è a secco, le scarse precipitazioni di questi ultimi due giorni sono servite poco o nulla e per far fronte a una situazione che sta assumendo i caratteri di un’emergenza non più contingente la Regione ha convocato una giunta straordinaria sulla siccità. Una riunione a cui ha preso parte il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto che però, a dispetto della titolarità del dicastero, qualche ora dopo è stato, nei fatti, commissariato dal Giorgia Meloni che, come recita un comunicato di Palazzo Chigi, “ha conferito al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e vice Presidente del Consiglio, Matteo Salvini, la delega a presiedere la Cabina di regia avente funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio per il contenimento e il contrasto della crisi idrica, connessa alla drastica riduzione delle precipitazioni. Toccherà insomma al Capitano trovare una qualche soluzione se non per uscire dalle secche almeno mettere in campo gli interventi necessari per far fronte alle prime urgenze.

“Il Piemonte è la regione italiana con il maggior deficit di pioggia. La situazione è particolarmente grave”, ha evidenziato il governatore Alberto Cirio. A marzo si è registrato un deficit dell’85 per cento di acqua sul bacino del Sesia, del 73 su quello del Tanaro. Anche il Po è attestato su un deficit del 62 per cento. In montagna, a 2000 metri, si è già sciolta la neve di marzo, mentre in pianura i livelli della falda si sono abbassati arrivando ai minimi storici. La situazione della siccità è così marcata che, se anche da ora fino a fine anno si registrassero condizioni di pioggia e temperature normali, la condizione a lungo termine sarebbe ancora lievemente siccitosa. Secondo le stime dei consorzi irrigui, la crisi ha già provocato danni per 60-80 milioni di euro. Occorrono subito almeno 10 milioni di euro per intervenire sulla rete e il trasporto dell’acqua con le autobotti, come già avvenuto lo scorso anno. È stato poi analizzato il Piano straordinario da quasi 500 milioni (di cui 300 coperti con il Pnrr) già avviato dalla Regione, a cui si aggiunge il piano per 5 nuovi invasi del valore di un miliardo di euro. Durante l’incontro sono state anche avanzate una serie di proposte per progetti innovativi di raccolta e gestione dell’acqua, oltre alla richiesta al Governo di un fondo di garanzia sulle coperture assicurative per gli agricoltori e l’aggiornamento dei criteri per derogare al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei laghi.

Nel 2021 il Piemonte ha approvato un nuovo Piano di tutela delle acque “che non veniva aggiornato da 14 anni e in questo momento è già operativo un piano di interventi che vale 500 milioni”, ha spiegato Cirio. “Sono interventi di medio e lungo periodo ma è fondamentale studiare soluzioni innovative per raccogliere l’acqua e il Piemonte lo sta già facendo, ad esempio sull’autostrada Torino-Milano. Un piano di azioni integrate per fronteggiare una siccità che sta purtroppo diventando un problema strutturale e non più straordinario”, ha aggiunto. Dal canto suo, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha confermato che “la regione Piemonte è la realtà d’Italia che ha sofferto di più, ha avuto le minori precipitazioni in assoluto a livello nazionale. È la situazione più grave del Paese. Questo impone una serie di considerazioni sia per quanto riguarda il servizio idrico sia per quel che concerne la stagione irrigua agricola, che è alle porte”. Per il servizio idrico, è noto che in Italia la dispersione dei nostri acquedotti raggiunge il 40%, un livello insostenibile. Questo è dovuto anche alla presenza eccessiva di enti gestori: 2391 classificati in tutto il Paese.

L’Italia, ha precisato Pichetto, “è una nazione moderna, ha l’esigenza indifferibile di razionalizzare il numero dei gestori della risorsa idrica e di utilizzare tecnologie sempre più moderne, anche nel campo della ripartizione. Si tratta di impegnare investimenti ingenti che tanti piccoli gestori non sono in grado di affrontare. Sul fronte del sistema irriguo serve coordinare i vari consorzi per usare, nell’immediato, la poca acqua a disposizione e creare le condizioni perché si possano fare quegli investimenti che sono necessari per una gestione più oculata e corretta del sistema. Questa situazione ci ha fatto rendere conto a livello nazionale che da troppo tempo, per quarant’anni almeno, siamo rimasti fermi. Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e programmare una serie di opere che negli anni sono state trascurate o non sono state realizzate”. Il Ministero dell’Ambiente ha “competenze sulla captazione, sul sistema ambientale e sulle acque reflue”. Al tavolo nazionale di regia sulla siccità convocato a Palazzo Chigi sono però presenti tutti i ministri competenti per materia. “Insieme – ha garantito Pichetto – faremo le valutazioni necessarie per affrontare al meglio e nel più breve tempo possibile i problemi che mi sono stati oggi rappresentati, per il Piemonte, dalla giunta regionale e dal presidente”. Ma a regolare i rubinetti sarà Salvini.

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