SANITA'

Valdese, giunta da ricovero

Protesta di medici, infermieri, pazienti e cittadini di San Salvario. Chiedono di conoscere i piani della Regione sul nosocomio. Monferino assente, tanto per cambiare

“Se la giunta fosse l’ospedale Valdese Cota sarebbe già dimesso”. È la prognosi, impietosa ma supportata dalla realtà dei (mis)fatti perpetrati ai danni dell’ospedale torinese. emessa stamane nel corso del sit in organizzato a Torino, in via Alfieri, sede del  Consiglio Regionale del Piemonte. La protesta, l’ennesima, ha coinvolto medici, infermieri, pazienti e cittadini di San Salvario: tutti a difendere la struttura dall’indeterminatezza del governo regionale. Una manifestazione che ha visto un centinaio di persone affollare l’ingresso di Palazzo Lascaris invocando un incontro urgente con l’assessore alla Sanità Paolo Monferino, ancora una volta latitante. Ricevuti da una rappresentanza dell'Assemblea regionale, i manifestanti hanno chiesto lumi sul futuro del presidio ospedaliero. «Siamo convinti – spiega Monica Cerutti (Sel) - che questi cittadini che lavorano o vengono curati nella struttura sanitaria di San Salvario abbiano il diritto ad ottenere risposte. E’ necessario che venga al più presto convocata la tavola valdese. I pazienti sono realmente preoccupati, quotidianamente riceviamo sollecitazioni ed è, a dir poco, deprecabile che ad esempio le donne in terapia oncologica non sappiano quale sia il loro futuro dopo il 31 dicembre 2012».


Analogo appello è stato rivolto da Nino Boeti (Pd): «Non è solo una necessità di chiarezza e trasparenza: è un obbligo politico e morale che dovrebbe spingere l’assessore a chiarire il futuro di un nosocomio modello per qualità e quantità di prestazioni, al quale tante pazienti, colpite anche da gravi patologie, fanno riferimento da molti anni. Non è giusto che ora sappiano che cosa succederà? Se potranno farsi curare dallo stesso medico, mantenendo il rapporto sanitario e umano che tanta importanza ha avuto e ha nei percorsi terapeutici del Valdese. O se invece dovranno rivolgersi da una altra parte, ricominciando un percorso complesso e doloroso».

 

A quanto pare, prosegue l’esponente democratico, Monferino «non sente l’obbligo di rispettare la legge regionale del 2004 che prevede per il Valdese il mantenimento dei livelli di prestazione e la costituzione di una commissione consultiva dal parere obbligatorio. Non si può cancellare un’esperienza come questa, del suo personale e dei suoi pazienti. Mentre Monferino tace, il direttore generale annuncia il non rinnovo dei contratti per i service in scadenza a fine anno. Non si può chiudere un ospedale senza che l’assessore neanche lo comunichi ai cittadini».