POLTRONE & SOFÀ

Porchietto cerca Compagnia (ma difficilmente la troverà)

L'ex deputata di Forza Italia sonda il terreno sulla presidenza della fondazione San Paolo. Contatti con Lo Russo, Cirio, Palenzona e Ghigo. Le chance sono piuttosto scarse: "Come fa un sindaco del Pd a designare una berlusconiana?". Eppure lo meriterebbe

Una ricognizione a trecentosessanta gradi. Si muove con circospezione l’ex deputata di Forza Italia Claudia Porchietto eppure restano sul terreno le tracce di una ritrovata irrequietezza dopo mesi di inabissamento seguiti alla mancata rielezione in Parlamento. Colpa di Licia Ronzulli e di quella tragica corte di Arcore che le ha sbarrato la strada pur di non ritrovarsela tra i piedi: proprio lei così amica di Mariastella Gelmini che era appena passata armi e bagagli in Azione, sedotta (e oggi, si dice, delusa) da Carlo Calenda e dal progetto di un polo terzo tra destra e sinistra. E così è rimasta a casa Porchietto, che ora però vorrebbe tornare su piazza.

Nei giorni scorsi non sono passati inosservati i suoi movimenti: qualche abboccamento con il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, una chiacchierata con il presidente della Fondazione Crt Fabrizio Palenzona, i movimenti di Enzo Ghigo con il governatore Alberto Cirio per sponsorizzarla. Indizi che rivelano un obiettivo: la Compagnia di San Paolo. “Si è messa in testa di fare la presidente” dice chi ne sta monitorando i movimenti. Con quante chance? Poche, a detta di qualche vecchio marpione. Il sindaco “avrà pure stima di lei, ma come potrebbe indicare una donna che fino allo scorso autunno era parlamentare di Forza Italia?”. La domanda è retorica, la risposta scontata: semplicemente non potrebbe. I buoni rapporti tra i due sono noti, ma si tratta pur sempre di esponenti che hanno militato in forze contrapposte. Anche Palenzona, che pur formalmente non ha voce in capitolo, essendo il presidente dell’altra cassaforte torinese, è stato sondato e, a quanto pare, avrebbe espresso un giudizio più che favorevole pur non nascondendo le oggettive difficoltà. Tra queste, anche l'orientamento di Acri (la potente associazione delle fondazioni bancarie) e Mef che non vedrebbero di buon occhio un passaggio diretto dalla politica al mondo della finanza senza un minimo periodo di decantazione, il cosiddetto pantouflage.

Intanto, la voce circola e a Torino e si sovrappone alle altre voci legate alla corsa per la poltrona su cui è seduto Francesco Profumo. Uno scranno ambitissimo e che già in passato fu al centro di competizioni e qualche sgrammaticatura istituzionale: come dimenticare, per esempio, la nomina di Sergio Chiamparino a opera di Piero Fassino, dopo che il primo aveva spianato al secondo la strada per succedergli al piano nobile di Palazzo Civico. Corsi e ricorsi lungo la strada che da via Milano porta a corso Vittorio Emanuele mentre tra stakeholders e addetti ai lavori è già partito il totonomi.

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