CAMPANILE SERA

Il consigliere è incompatibile ma "non può" dimettersi

Situazione paradossale a Novara dove l'ex sindaco di Galliate dovrebbe lasciare il Consiglio provinciale dopo essere stato ingaggiato da Palazzo Chigi. Ma l'eterna querelle tra Lega e FdI lo costringe a restare (controvoglia) al suo posto

È stato eletto ma è incompatibile, vorrebbe dimettersi ma non può. E così resta lì, congelato nel suo paradosso: né dentro né fuori. Formalmente è un consigliere provinciale di Novara ma sono mesi che non entra in aula e non vota alcun provvedimento. È la situazione in cui si trova Davide Ferrari, ex sindaco di Galliate, eletto a dicembre 2021 nel listone di centrodestra a sostegno del presidente Federico Binatti. Nessun problema finché da Palazzo Chigi non è arrivata una chiamata: con l’insediamento del governo guidato da Giorgia Meloni, Ferrari viene ingaggiato nel team di esperti Pnrr dell’esecutivo con il compito di accompagnare i comuni del Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria nel percorso di digitalizzazione. “Non solo un lavoro, ma una missione” esulta lui appena gli comunicano l’incarico.

Peccato che questo non solo lo ha reso incompatibile con le deleghe che il presidente avrebbe voluto affidargli (quelle al Pnrr, appunto) ma anche con il suo ruolo di consigliere. Deve lasciare, ma dal suo partito, la Lega, arriva l’altolà. Essendo stato eletto in un listone unico del centrodestra, infatti, qualora dovesse lasciare il suo incarico a Palazzo Natta gli subentrerebbe Lido Beltrame, sindaco di Recetto, con in tasca la tessera di Fratelli d’Italia. E perché un leghista dovrebbe lasciare il posto al rappresentante del partito concorrente. E sì, perché saranno pure alleati, ma leghisti e meloniani di questi tempi si guardano storto, soprattutto dalle parti di San Gaudenzio. Forse in altri tempi sarebbe stato possibile, non oggi che i due principali azionisti del centrodestra novarese si fronteggiano in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, con il senatore Gaetano Nastri, fedelissimo di Meloni, che pare proprio aver lanciato un’opa ostile sul centrodestra con una campagna acquisti mirata, andando a pescare anche tra i seguaci di Matteo Salvini. Beltrame, inoltre, è tra coloro che hanno lavorato per aprire una sede di FdI nell’Est Sesia, terre un tempo leghiste. Altro segnale che ormai ogni territorio è diventato contendibile. Di qui l’ordine a Ferrari: “Tu non ti dimetti, a costo di non presentarti più in Consiglio”. E così è da quasi un anno.

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