SANITÀ

"Chiudere i bilanci senza rosso". Asl, direttori guardati a vista 

Stretta della Regione: non ammesso alcun disavanzo. Obbligo di pareggio. Il 10 luglio i preventivi di spesa per l'anno in corso. Una delibera perentoria allarma e suscita malumore tra i manager: "Ci chiedono una mission impossible". I numeri del riparto

“In considerazione che il disavanzo economico rappresentato risulta incompatibile con le risorse regionali attualmente a disposizione, è stato richiesto alle direzioni aziendali nel rispetto delle vigenti normative regionali e nazionali di aggiornare la programmazione economico-finanziaria 2023 assicurando il pareggio economico aziendale”. Altro che preventivi in profondo rosso. “Gli attuali preventivi economici e relazioni a supporto dichiarate dalle aziende sanitarie, sulla base degli approfondimenti condotti dalla Direzione Sanità stimano un potenziale disavanzo 2023 non sostenibile con le vigenti coperture economico-finanziarie”.

Bastano poche righe, nelle trentasei pagine della delibera con cui si ripartisce il fondo sanitario di poco più di 9 miliardi tra le aziende sanitarie e ospedaliere del Piemonte, alla Regione per dire chiaro e tondo ai direttori generali di Asl e Aso che a fine anno i conti dovranno tornare, senza segno meno davanti alle cifre. E tra i manager alla guida delle aziende la reazione che si registra è quella condensata nel titolo di un film: mission impossible. Ma è l’unica battuta concessa, in un clima di tensione dove la, dai più, ritenuta insuperabile difficoltà nel riuscire a chiudere in pari senza tagliare servizi s’intreccia con la non nascosta sensazione che serpeggia tra i direttori generali, anche in virtù di ulteriori duri passaggi della delibera, di essere quelli cui resta in mano il cerino.

Dopo mesi, ormai, in cui i bilanci di previsione per l’anno in corso hanno fatto avanti e indietro dalle aziende agli uffici dell’assessorato senza ancora aver raggiunti la soglia richiesta per l’avvallo regionale – “Mi preparo a rispedirne indietro un bel po'”, disse all’inizio dell’anno l’assessore Luigi Icardi, facile profeta – adesso arriva l’ultimatum: “Adottare un preventivo economico entro venti giorni dall’adozione del presente provvedimento”, quindi il D-Day è fissato per il 10 luglio. Come faranno a sparire quegli oltre 400 milioni di disavanzo previsto distribuito, chi più chi meno, tra tutte le aziende sanitarie? Basterà quell’efficientamento, termine che può dire tutto o niente a seconda di come lo si traduca nei fatti? Le linee contenute nella delibera, di fatto, trasformano uno scenario che per anni ha visto gran parte dei vertici di Asl e Aso agire con una autonomia eccessiva, in un sistema dove i manager vengono non solo richiamati con forza alle loro responsabilità, ma nei fatti finiscono quasi commissariati, comunque controllati a vista.

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Per le aziende “con rilevato disequilibrio”, e saranno certamente non poche specie tra le Asl che vengono finanziate per quota capitaria in base agli abitanti mentre le aziende ospedaliere basano i loro introiti sulla produzione di prestazioni, la Regioni fornisce una serie di indicazioni circa le azioni da mettere in campo. Tra queste “la progressiva riduzione dei rapporto di lavoro atipici e l’acquisizione di personale attarverso cooperative e servizi esterni”, ma anche il “mantenimento della spesa per l’assistenza territoriale entro i limiti dei consuntivi 2019”.

Meno ricorso alle coop, freno sulla medicina del territorio: da una parte si dovrà fare i conti con la permanente carenza di personale che impone il ricorso, con sosti altissimi, all’esterno e dall’altra la scarsità di risorse rischia di lasciare a poco più che enunciati la tanti attesa riforma della medicina territoriale. Del resto, nel mettere nero su bianco numeri e indicazioni stringenti, è lo stesso Icardi a rimarcare “il sottodimensionato livello di finanziamento statale rispetto al fabbisogno”. L’assessore ricorda le istanze della Conferenza delle Regioni, i confronti con il Mef, “ma ad oggi non sono stati adottati ulteriori atti nazionali di integrazione delle coperture economico-finanziare regionali”. Da qui l’indicazione perentoria ai direttori generali di far quadrare i conti dei preventivi e, ancora più, arrivare a fine anno senza disavanzi. E un primo compito al nuovo direttore regionale della Sanità, Antonino Sottile, nominato appena ieri: tenere sotto controllo costante le gestioni finanziarie di Asl e Aso. Un ruolo che sarà esercitato di concerto con l’Azienda Sanitaria Zero, diretta da Carlo Picco alla quale tra le molte competenze è affidata anche l’adozione di atti per razionalizzare la spesa e seguire le aziende nell’efficientamento. Dalla Super Asl arriverà ogni tre mesi al direttore regionale Sottile un rapporto su come e se ciascuna azienda rispetta gli obiettivi fissati, a partire dal cancellare il rosso nei bilanci, senza tagliare servizi ai cittadini. Davvero una mission impossible ?

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