LA SACRA RUOTA

Meloni ha l'auto in panne

A nove mesi dall'insediamento del governo il tavolo nazionale del settore "non ha portato alcun fatto concreto", denuncia la Fim-Cisl che oggi a Torino ha presentato i dati sul primo trimestre di Stellantis. Cresce un po' la produzione ma ancora lontani li obiettivi

Il tavolo del settore automotive dopo 9 mesi dall’insediamento del Governo di Giorgia Meloni “non ha portato alcun fatto concreto. È necessario definire concretamente le linee di intervento per i finanziamenti per governare la transizione e trasformazione del settore automotive”. A sottolineare il sostanziale immobilismo di Palazzo Chigi e, soprattutto del ministero delle Imprese e del suo titolare Adolfo Urso, è il segretario nazionale della Fim Ferdinando Uliano, oggi a Torino per presentare i dati sulla produzione di Stellantis nel primo semestre 2023.

“Non si è ancora provveduto a utilizzare le risorse stanziate nel Fondo specifico dell’automotive – ha detto Uliano – per favorire la reindustrializzazione e la trasformazione del settore”. Si stanno finanziando unicamente gli incentivi alla domanda di auto sostenibili indispensabili per promuovere l’acquisto di veicoli con un costo superiore del 50% (650 milioni per tre anni a partire dal 2022). Non si devono sottrarre risorse per la reindustrializzazione indispensabili per evitare l’impatto negativo di oltre 75.000 lavoratori nel comparto auto a seguito del cambio delle motorizzazioni. Il Fondo stanziato dal precedente governo era di circa 8 miliardi, ne rimangono circa 6. Le risorse devono essere utilizzate per favorire la reindustrializzazione e compensare con nuove attività le perdite occupazionali causate dal cambio delle motorizzazioni. “Bisogna accorciare la catena di fornitura, portando nel nostro Paese le produzioni di tutta la componentistica che rappresenterà l’auto del futuro”.

Nel I semestre del 2023 la produzione di Stellantis in Italia è aumentata del 15,3 per cento. La crescita ha riguardato sia il mondo delle autovetture (+16,9 per cento) che quello dei veicoli commerciali (+11,5 per cento). I dati sono comunque ancora lontani dal milione prospettato dal ministro Urso. La produzione complessiva è stata di 405.870 unità e il sindacato metalmeccanico della Cisl prevede che a fine anno questo numero raggiunga le 800 mila unità. Numeri che comunque riporterebbero la produzione al periodo pre-Covid. A livello di plant la crescita è stata trainata in particolare da Pomigliano e Melfi con una crescita rispettivamente del 26 per cento e del 18,4 per cento. Ma se Pomigliano sorride anche osservando i dati precedenti la pandemia, non si può dire lo stesso di Melfi. Lo stabilimento campano probabilmente entro l’anno supererà i livelli produttivi grazie in particolare ai suv Alfa Romeo Tonale e Hornet e alla Fiat Panda, mentre Melfi ha una perdita rispetto a due anni fa del 27 per cento.

Sono in negativo invece i plant Maserati Modena (-1,6 per cento) e Cassino (-1,4 per cento). Su entrambi gli stabilimenti hanno pesato i giorni di fermo legati alla mancanza di materiali. È tornata invece a crescere, dopo un I trimestre negativo, la produzione di veicolo commerciali del plant di Atessa (+11,5 per cento). Anche qui avevano pesato i fermi produttivi legati alla mancanza di materiali. Mentre il plant di Torino continua a crescere ma non impressiona con un +9,4 per cento trainato dalla 500 Bev. Fatica invece la produzione Maserati, che è ben lontana dai numeri del 2017 (6.400 unità vs 27 mila).

I volumi di Ghibli e Levante sono in fase discendente “e non c’è ancora un obiettivo di elettrificazione di questi modelli. A settembre aumenterà la cassa integrazione”. Uliano ha ricordato che l'obiettivo di Stellantis nel piano Dare Foward 2030 è d’incrementare di tre volte il peso delle nuove auto nei segmenti dei veicoli premium e di lusso, con un aumento di quattro volte dei ricavi e di cinque volte della redditività. A Mirafiori – secondo i dati illustrati oggi – nel primo semestre 2023 sono state prodotte 53.330 auto (+9,4% sul 2022). Il peso maggiore della crescita è quello della 500 bev che ha raggiunto quasi 47.000 unità (+21%). Nel 2022 si è attestata sulle 77.500 unità, ma l’attuale andamento produttivo fa prefigurare un 2023 prossimo alle 100.000 Fiat 500e. È un livello produttivo che potrebbe ulteriormente salire nel 2024, quando la piccola elettrica verrà lanciata per il mercato nord-americano e si stima un ulteriore crescita di 30.000 unità. L’88% dei volumi dello stabilimento torinese sono rappresentati da 500 bev, il restante 12%, pari a 6.400 unità, è rappresentato dalle produzioni Maserati, quest’ultime ben lontane dalle 27.000 unità prodotte nel primo semestre del 2017, uno degli anni di punta delle produzioni Maserati. La 500 bev si produce su due turni e non ci sono stati fermi produttivi, mentre sulla linea Maserati sono stati 58 giorni gli stop produttivi coinvolgendo circa 1.740 lavoratori. Alle produzioni di Levante, Ghibli e Quattroporte si sono aggiunte finalmente le nuove produzioni di Granturismo e Gran Cabrio con le nuove versioni Folgore full-elettric.

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