FINANZA & POTERI

Palenzona nello stretto di Messina, si fa impervia la strada verso l'Acri

Il Camionista di Tortona punta alla poltrona su cui ha regnato a lungo Guzzetti ma il ceo di Intesa gli sta mettendo i bastoni tra le ruote preferendogli il neo presidente di Cariplo Azzone. Ma Furbizio non demorde e sta tessendo la tela, blandendo Profumo

Riuscirà Fabrizio Palenzona a sedersi sulla poltrona dove per quasi un ventennio regnò il monarca della finanza bianca lombarda Giuseppe Guzzetti, cedendola nel 2019 a Francesco Profumo che a sua volta dovrà lasciarla l’anno venturo? Quello di approdare al vertice di Acri per Big Fabrizio è qualcosa di più di un sogno coltivato da tempo. Fin dai primi rumors, poi confermati, circa la sua intenzione di farsi eleggere (come poi avverrà) alla presidenza della Fondazione Crt, fu naturale considerare la corsa verso via XX Settembre come tappa intermedia verso il traguardo finale, la guida della potente associazione delle fondazioni bancarie. 

Pochi mesi dall’ingresso nella cassaforte piemontese e i segnali che lasciano supporre la concreta eventualità che il sogno resti nel cassetto vanno aumentando, aprendo a scenari che potrebbero vedere Furbizio segnare una battuta d’arresto. Anche se occore prudenza, visto che il camionista di Tortona tra accelerate e ardite manovre ha spesso saputo aggirare ostacoli a prima vista insormontabili. Collaudata tecnica del sommergibile, inabissarsi nei momenti critici ed emergere per attaccare, Palenzona non certo passato inosservato alla kermesse governativa nella masseria di Bruno Vespa ad applaudire Giorgia Meloni, naviga a quota periscopica seguendo la rotta verso l’Acri, anche se il mare è mosso e più di uno scoglio insidioso si profila.

Il più grande ha il nome di Giovanni Azzone, neopresidente di quella Fondazione Cariplo che  rappresenta uno dei soci più pesanti di Acri. E in Acri l’ex rettore del Politecnico di Milano, non appena insediatosi al vertice della fondazione lombarda è subito stato cooptato, andando a occupare il ruolo di vicepresidente. Un trampolino più che valido per il salto al vertice. Della cooptazione, tra l’altro, non potrà beneficiare Palenzona, essendo la Crt rappresentata già da Maurizio Irrera, designato dall’allora numero uno Giovanni Quaglia. Ad agevolare Azzone ci sarebbe un main sponsor di altissimo livello: non è un mistero che il ruolo, sia pure informale, del ceo di Intesa SanpaoloCarlo Messina potrebbe confermarsi decisivo per l’ascesa di Azzone, ma non di meno per lo sbarramento a Palenzona i cui rapporti con Messina non sono idilliaci da tempo e non sarebbero migliorati granché neppure dopo l’approdo in Crt.

Anzi, proprio l’arrivo in via XX Settembre mantenendo la presidenza di Prelios, il gruppo finanziario e immobiliare in cui è pesantemente presente anche Intesa, sarebbe ulteriore motivo di irritazione per il ceo del colosso bancario. Tant’è che sulla permanenza di Palenzona al vertice, nell’attesa dell’annunciata cessione del gruppo, aleggia periodicamente e non disinteressatamente da parte di alcuni ambienti, l’ipotesi di una sorta di conflitto di interessi. E anche questo dà l’idea del clima che fin d’ora accompagnerà la battaglia per la presidenza di Acri.

Battaglia che il banchiere piemontese s’attrezza a combattere stringendo o cercando alleanze e sostegni, indispensabili a tutti in questi casi. Si vocifera di suoi colloqui, sul tema, con l’attuale presidente Profumo in cui potrebbero essere finiti futuri scenari, tra cui quello di Cassa Depositi e Prestiti, non nascosto obiettivo dell’ex ministro del Governo Monti. Altri contatti con la rete delle fondazioni minori e, probabilmente, ulteriori mosse ancora ben celate da Furbizio.

C’è tutto questo e di più nel lavorìo di chi sa come preparare una scalata e come lo ha dimostrato nel caso della Crt. Ma c’è anche quello scoglio lombardo, rappresentato da Cariplo con il suo presidente e, non di meno, dal secondo socio per ordine di grandezza che è la Compagnia di San Paolo. Ecco perché molto del destino di Big Fabrizio potrà dipendere da chi sarà il successore di Profumo in corso Vittorio Emanuele. E proprio a questo peso della Compagnia e a come verrà giocato nella partita dell’Acri, è dovuto il non inosservato attivismo di Palenzona per avere quale erede di Profumo una figura a lui, se non vicina, certamente gradita. E su cui poter contare per aprire il cassetto dove ha riposto il sogno di diventare il successore, pur indiretto, di Guzzetti.

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