ECONOMIA DOMESTICA

Il Piemonte dà fondo ai fondi, spende (bene) tutte le risorse

Il governatore Cirio al Forum Ambrosetti elogia le capacità della sua regione. Su Fesr e Fse rendicontazione oltre il cento per cento e "ci mettiamo in coda per l'overbooking". Dossier Pnrr: "Con Draghi tutti uniti, ora c'è Meloni e ognuno dice la sua"

Il Piemonte sa spendere i fondi europei, indipendentemente da chi l’ha governato. Parola di Alberto Cirio che intervenendo a Rapallo per il Forum Ambrosetti sul Pnrr ha fatto il punto della situazione sulla sua regione. “Per quanto riguarda il piano sanitario siamo al 68% di attuazione, quindi stiamo rispettando a pieno il cronoprogramma. Il Piemonte – ha poi aggiunto – è una regione che ha un buon governo, indipendentemente da chi l’ha governata, perché ha un buon approccio con le risorse economiche. Sul Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale, ndr) e Fse (Fondo sociale europeo, ndr)abbiano chiuso in questi giorni la rendicontazione definitiva sulla vecchia programmazione e dai dati emerge che abbiamo rendicontato a Bruxelles il 111% del Fse e il 103% del Fesr cioè più soldi di quelli che ci hanno dato in modo da metterci in coda per l’overbooking che ci potrà premiare nei mesi successivi”.  

Intanto però sul Pnrr proseguono le polemiche. “È sbagliato dire che da opportunità sia diventato un problema”, ma “è giusto segnalare a Bruxelles i problemi reali, di cui non c’è una responsabilità politica, e ridefinire alcuni aspetti per non perdere le risorse” ha detto Cirio. “Il Pnrr di Mario Draghi è lo stesso di Giorgia Meloni solo che quello di Draghi era un governo di emergenza nazionale in cui veniva privilegiata, giustamente, l’esigenza di stare tutti insieme quindi i problemi non venivano enfatizzati – ha osservato – oggi c’è un governo politico scelto dai cittadini, c’è un’opposizione e c’è la necessità di tutti di dire la propria opinione, quindi si innesta un dibattito politico che con il governo Draghi era attenuato dall’emergenza che ci teneva tutti uniti”. Per Cirio, poi, alla considerazione politica ne va aggiunta una socio economica per cui “il Pnrr nasce per la pandemia e si innesta in un momento in cui bisogna ripartire dalla pandemia, poi incontra sulla sua strada la guerra in Ucraina, il caro energetico, il caro materie prime, l’aumento del costo del denaro, tutti elementi esterni al Pnrr, avvenuti successivamente, che hanno rischiato di metterne in discussione alcuni capisaldi”. Secondo il presidente del Piemonte dunque, “il governo italiano fa bene a rappresentare queste difficoltà a Bruxelles”.

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