VERSO IL 2024

Coldiretti di lobby e di governo,
in Piemonte punta sul Cirio bis

La potente organizzazione agricola ormai è di casa al grattacielo così come a Palazzo Chigi. Scaricato il centrosinistra, è il primo interlocutore della destra. E ora c'è chi parla di un posto per il presidente regionale Moncalvo nella prossima giunta

“Se ari male peggio mieterai” si diceva in campagna. E nel centrodestra son convinti che in questi quattro anni s’è arato bene nel granaio (elettorale) del Piemonte. Dai campi e dalle officine cantavano a sinistra ma ora, soprattutto nei campi, c’è una potenza che si schiera sempre più a destra: è la Coldiretti, storica associazione dei coltivatori, ormai di casa a Palazzo Chigi così come al grattacielo della Regione Piemonte. Per non parlare di Palazzo Berlaymont, quartier generale della Commissione europea a Bruxelles, dove le pettorine gialle si muovono come una potente lobby.

Pronti a batter cassa a ogni condizione meteo avversa, i vertici di Coldiretti hanno imparato però a fiutare il vento e ad assecondarlo ,che soffi a destra o a sinistra. Negli anni d’oro del renzismo, quando al piano nobile di piazza Castello sedeva Sergio Chiamparino, l’assessore all’Agricoltura era Giorgio Ferrero, prima di quell’incarico presidente di Coldiretti Piemonte; ora la voce che circola racconta del suo successore pronto a fare il salto in politica. Si tratta di Roberto Moncalvo, ma questa volta lo schieramento sarebbe quello opposto.

Classe 1980, Moncalvo si è laureato a Torino in Ingegneria dell’autoveicolo per poi andare a gestire l’azienda agricola di famiglia assieme alla sorella, nella sua Settimo Torinese. È stato il più giovane presidente di Coldiretti e rappresentante del Cnel, come da statuto ha lasciato la guida dell’organizzazione nazionale dopo un mandato. Su di lui punterebbe Alberto Cirio per occuparsi dello strategico assessorato all’Agricoltura? Se ne parla. Del resto il governatore è uno di loro, coltivatore di nocciole (anche se è stato socio di Confagricoltura). Moncalvo non ha intenzione di candidarsi, se incarico sarà si vedrà dopo, semmai da esterno. A chi gli chiede, lui risponde con un’alzata di spalle che è prematuro, nicchia ma si mostra lusingato. Ormai il suo nome è un must di ogni campagna elettorale: cinque anni orsono fu Piero Fassino a suggerirlo per la successione di Chiamparino: ma anche lì Moncalvo fu abile a capire che non era aria e a far perdere le tracce.

Coldiretti può contare a livello nazionale su 1,6 milioni di associati ed è l’organizzazione di agricoltori più grande d’Europa. Negli ultimi anni è stata protagonista di una torsione protezionistica su tutte le principali questioni che l’hanno riguardata, dalle farine d’insetti alla carne sintetica. E la politica non si è mai azzardata a contraddirla, anzi. Il sovranismo alimentare è diventato un dogma e i politici di ogni schieramento non si perdono una iniziativa, peraltro sostenute da consistenti campagne di stampa. Cirio non si perde un evento e la sua firma compare sotto tutti gli appelli di Coldiretti. A ogni cambiare del tempo arriva una richiesta d’indennizzo: basta una grandinata, talvolta anche solo un acquazzone, o per contro l’assenza di pioggia e dunque la siccità. Su una cosa si può sempre contare: “L’allarme di Coldiretti” come ossequiosamente rilanciano tutti i giornali, cartacei e online, dopo ogni comunicato.

Coldiretti più dei sindacati e delle associazioni datoriali è ancora in grado di orientare e spostare il consenso dei propri iscritti: è stato un granaio di voti della Dc durante la prima repubblica sotto la guida del mitico Paolo Bonomi, si è spostata sul Pd per qualche anno e ora è fedele al centrodestra dove può contare su un ministro come Francesco Lollobrigida particolarmente “ricettivo” a ogni istanza. All’inizio dell’amministrazione regionale in Piemonte, il primo ad accorgersi del potere di Coldiretti è stato proprio l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa che, all’indomani del suo insediamento, ingaggiò due conterranei della provincia alessandrina provenienti da associazioni di categoria – la Cia (Agricoltori italiani) e Confagricoltura – concorrenti di Coldiretti e venne prontamente richiamato all’ordine. Presto Cirio (o chi per lui) avrà modo di rimediare.